Lo spessore di un capello di Claire Berest

 Cari lettori, 

oggi parliamo del romanzo Lo spessore di un capello, che è stato scelto come lettura nel gdl di febbraio con le amiche Giovanna, Valeria e Giuliana.




Recensione

Questo romanzo tratta un tema molto attuale come quello del femminicidio, il libro ha come voce narrante il protagonista maschile Etienne; a volte è stato veramente difficile seguire i suoi pensieri e i suoi ragionamenti. Si sarebbe solo meritato un bello schiaffo e non solo.

La vita di Etienne, è molto noiosa, ingabbiato in una routine frustante, il martedì il concerto a teatro, ogni anno il viaggio in Italia, la festa annuale per la casa editrice per cui lavora.

Quando la moglie Vive, esce dallo schema del loro matrimonio, non lo accompagna più al concerto, cerca di fare qualcosa per se stessa, cerca di vivere in maniera più libera, in Etienne qualcosa si spezza, la perfezione di quella vita monotona viene rotta inevitabilmente.

Il capitolo "Giostre" mi ha colpito particolarmente li possiamo seguire i pensieri veramente distorti e angosciosi di un uomo che non sta bene e ha bisogno di aiuto, tutto ciò che va fuori dal suo controllo e dallo schema mentale che si è prefissato lo turba moltissimo e non riesce più a capire come fare per andare avanti e tornare alla sua vita di tutti i giorni.

E' un libro che si legge tutto d'un fiato, se non ci fossero state le tappe del gruppo di lettura, lo avrei finito in meno tempo. La tensione aumenta moltissimo con il passare delle pagine, all'inizio se la scrittura sembrava piuttosto fredda e distaccata piano piano entriamo proprio nella psicologia malata di Etienne.

Lo spessore di un capello racchiude un significato molto profondo, basta una banalità per scatenare un gesto forte e incontrollabile, molte volte le vittime sono indifese perché non riescono a cogliere i segnali della tragedia che si sta per compiere davanti a loro.

Etienne non si dà mai la colpa per quello che gli accade, pensa solo a se stesso, invece di cambiare e di liberarsi dalle sue frustrazioni, preferisce scagliare la sua rabbia contro la moglie, contro il suo datore di lavoro, contro gli scrittori di cui corregge le bozze.

La narrazione parte lenta però il ritmo aumenta mano a mano che la storia continua,  lo stile così crudo e diretto è necessario per descrivere la gravità di questo gesto.


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Trama

Una coppia perfetta, Étienne e Vive. Solida di una solidità costruita in dieci anni di convivenza. Come tutte le coppie, Étienne e Vive hanno i loro i vernissage a cui viene invitata Vive, i concerti di Étienne il martedì, le vacanze insieme in Italia, ogni agosto. Una vita sociale piena, a cui Vive partecipa con entusiasmo e che Étienne in parte subisce. I problemi di soldi, gli occasionali litigi, le riappacificazioni. Étienne e Vive si Étienne, un correttore di bozze un po’ rigido, preciso al limite della paranoia, appassionato di musica e di Verlaine, nasconde la propria frustrazione lavorativa sotto una patina di serietà. Vive, invece, fotografa per diletto, è solare, creativa, piena di interessi. Étienne e Vive si amano. Fino a quando non si amano più. Fino a quando piccole cose ordinarie non assumono nuovi un taglio di capelli passato inosservato diventa un dettaglio senza importanza per Étienne, una ferita per Vive. Un concerto mancato è una liberazione per Vive, un’indicibile offesa per Étienne. Le vacanze in Italia, un indistruttibile patto d’amore per Étienne, una costrizione insensata per Vive. Ed ecco che il rancore che covava sotto le abitudini si accende fino a diventare una vampa incontrollabile, che precipita Étienne verso l’abisso di trentasette colpi di coltello.

A separare la banalità del quotidiano dall’assurdità della tragedia, ci dice Claire Berest, è qualcosa di imprevisto, sottile quanto lo spessore di un capello. Con una lingua asciutta e chirurgica, l’autrice si cala nella testa dell’assassino esplorando con acume un fondamentale momento di quello in cui angoscia e stupore cancellano ogni morale, quello capace di sprofondare una coppia nel baratro dell’odio.

Impossibile immaginare, in quel momento, che tre giorni più tardi, nella notte tra giovedì e venerdì, Étienne avrebbe ucciso sua moglie.



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