Cari lettori,
oggi parliamo del libro "Il circolo delle ingrate" di Elizabeth Von Armin, la mia versione del romanzo è pubblicata da Mondadori.
come sfondo ho utilizzato uno dei miei junk journal |
Recensione
"Quando all'età di venticinque anni Anna Estcourt cominciò a chiedersi se il piacere ricavabile dalla vita ne compensasse il tedio, accadde una cosa meravigliosa. Era una ragazza molto avvenente, e avrebbe dovuto pensare solo a divertirsi.[...] Invece sprecava il tempo in assurde meditazioni sui misteri dell'esistenza, sul perché e percome privi di risposta che di norma, tra le donne, sono esclusivo appannaggio di anziane e bruttine."
La mia conoscenza con questa autrice risale a molto tempo fa, quando lessi "Un'incantevole aprile" siamo nel 2017, e devo dire che mi aveva subito colpito il suo modo di scrivere, recuperai di lì a poco anche una sua biografia; la sua vita, i suoi viaggi mi avevano fatto capire meglio quello che avevo letto.
Poi mi fermai non so neanche io il perché e alla fine dell'anno scorso proprio gli ultimi giorni del 2024, mi stavo preparando una serie di cartacei che mi erano rimasti da leggere e li ho sistemati sopra la scrivania nella speranza che nel 2025 li avrei finalmente letti. Poi passai anche agli ebook e mi scrissi una lista. Tra tutti notai che avevo moltissimi libri di questa autrice e mi colpì subito questo romanzo "Il circolo delle ingrate", anche se il titolo originale è The Benefactress. Era il 30 di dicembre e complice la mia vita non proprio sociale di questo periodo, purtroppo il mio problema allo stomaco persiste, ho deciso una sera quasi annoiata di iniziare a leggere questo romanzo senza aspettative. Però ricordavo ancora bene il libro del 2017 e quanto mi fosse piaciuto. Fu amore fin dalle prime pagine, era da tempo che un libro non mi prendeva così.
Probabilmente era arrivato il suo momento, poi nei giorni successivi quando lo finii mi sono ricordata di come quella volta che andai alla Feltrinelli a Padova e come mi avevano colpito i libri di questa autrice che erano appena stati ristampati, la libraia all'epoca mi aveva consigliato "Colpa d'amore" ma anche in quell'occasione non lo avevo preso ma mi ero segnato il titolo. Ancora una volta avevo lasciato perdere.
Io credo fortemente che i libri vadano letti quando arriva il momento a volte non riusciamo a capirlo subito, come in questo caso, questa autrice mi aveva sempre chiamato ma io non avevo risposto, almeno fino ad ora.
Molti hanno definito la Von Armin come un'autrice molto leggera, non così difficile come altri autori classici, stiamo sempre parlando di una scrittrice vissuta a cavallo tra otto e novecento. Non sono d'accordo la Von Armin è attualissima e soprattutto ha un vero talento per la narrativa, la sua scrittura è moderna, ironica e intelligente.
Parliamo del romanzo "Il circolo delle ingrate" pubblicato nel 1901, ha come protagonista Anna Estcourt che vive con la cognata Susie e il fratello Peter, la sua vita dipende interamente da sua cognata. Anna e il fratello possedevano solo un nome mentre la cognata contribuiva economicamente alla situazione famigliare anche se non proveniva da una famiglia importante come gli Estcourt.
Susie ha pagato tutte le spese di Anna, le ha dato un'istruzione e un'educazione tale da renderla una ragazza rispettabile che può prendere marito senza problemi, solo che la protagonista rifiuta tutti i pretendenti, nonostante sia di bell'aspetto, ma anche intelligente non vuole assolutamente sposarsi. Vuole essere libera e indipendente.
"Una donna dev'essere orgogliosa di appoggiarsi a un bravo marito."
Per l'epoca l'unica indipendenza possibile per una donna era sposarsi, all'interno del testo ho trovato che l'autrice criticasse la società che giudicava pesantemente una donna che se a una certa età non era sposata e non aveva figli, succede anche oggi non credete? Non è cambiato poi molto, soprattutto nei paesi e neanche troppo piccoli, non parlo certo di Milano o Roma, ma tutte le altre comunità territoriali ancora radicate e ferme in queste convinzioni.
Parlo anche di città come la mia Padova, Trieste, Bologna o chissà che altre, pensate che le cose siano veramente cambiate? Ecco perché credo che sia un libro moderno, perché molte cose che ho letto rispecchiano anche quello che succede oggi, forse l'unica differenza è che se una donna ha delle proprietà o una ricchezza economica propria, con il matrimonio non si trasferiscono al marito.Un giorno la vita di Anna cambia quando suo zio Joachim, che era tedesco, le lascia una piccola tenuta in Germania,
pertanto ora non dovrà più dipendere dalla cognata, invece di aiutare le persone poco fortunate vorrebbe che vivessero con lei nella sua nuova casa, dodici donne, magari che hanno perso tutto o che non hanno i mezzi per vivere dignitosamente. Così dall'Inghilterra dove viveva si trasferisce in Germania, il suo progetto è molto ambizioso e di difficile realizzazione, è davvero possibile regalare la felicità? Anna vorrebbe che queste donne siano felici, che facciano ciò che le fa stare bene ma non è così semplice.
La narrativa, lo stile, la prosa della Von Armin sono acuti, intelligenti e ironici, c'è una forte critica verso il mondo maschilista, gli standard sociali troppo rigidi e in più vuole lasciarci un messaggio molto importante, trovare la bellezza nelle piccole cose, nei suoi amati giardini, nell'amicizia, nella lealtà. Una cosa importante ci fa anche capire, l'amore non è un sentimento che deve essere basato sulla pietà, ma deve venire dal cuore.
Anna è una ragazza ingenua, ma molto intelligente per la sua età, sa che a venticinque anni non essere sposata è una cosa grave per l'epoca ma la sua priorità è essere indipendente, lo spera davvero e quando le arriva quella lettera e l'eredità quasi non ci crede.
Nel libro bisogna scavare per trovare la profondità del testo, può sembrare un romanzo leggero ma non lo è, finita la lettura, questo testo lascia molto al lettore; che capisce di non aver perso tempo, di aver affrontato un romanzo che porta con sé dei messaggi importanti che possono essere utili anche nel nostro presente.
Consigliato.
***
Trama
Anna coltiva un unico, profondo desiderio: essere indipendente. Invece è orfana e costretta a vivere a carico della ricca cognata, il cui unico desiderio è quello di maritarla al miglior partito su piazza e togliersela di torno. Anna però rifiuta i vari corteggiatori e si convince poco alla volta di essere condannata a una vita senza méta e inutile, fino a quando non accade l’impensabile. Un’inaspettata, cospicua eredità arriva a cambiarle la vita e a garantirle l’autonomia tanto desiderata! Con l’eredità però arrivano anche prevedibili difficoltà e Anna, colta da un irrefrenabile impulso di generosità, decide di condividere la sua fortuna con dodici donne provate dalla durezza della vita perché ritrovino la gioia di vivere. Donne finanziariamente dipendenti da un uomo o rimaste vedove e prive di un sostentamento sufficiente. Donne limitate nella libertà e nella possibilità di essere felici. La tenuta in Germania che ha ereditato da suo zio è il luogo ideale per ospitarle e fornire loro una casa e un supporto gratuito ma il progetto è tanto generoso quanto improbabile: un intrico di invidie, dissapori e pregiudizi di classe si insinua nel gruppo e, dopo una spassosa girandola di situazioni che l’ingenua Anna non poteva immaginare, tutto precipita...
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