Cari lettori,
oggi parliamo di un libro di un’autrice sud coreana che aveva un buon potenziale ma che alla fine mi ha delusa.
Recensione
“Tutto diventa ricordo. Non è vero, Jindal? Non si torna indietro a nessun costo e la giovinezza non si riguadagna neppure pagando milioni.”
Una lavanderia, dei clienti abituali e un taccuino verde chiaro che viene utilizzato come diario collettivo, una sorta di amico su carta a cui affidare i problemi, le preoccupazioni, le angosce, i sentimenti. La lavanderia automatica diventa un luogo sicuro, felice, un posto per rilassarsi per lasciare andare lo stress della giornata, un rifugio e una tappa fissa alla quale non rinunciare.
E' così che la pensano i vari personaggi che sono i protagonisti dei capitoli di cui è composto il libro, una serie di racconti a lieto fine e con un forte messaggio di coesione, di aiuto reciproco e di conforto.
Purtroppo il libro segue il modello di altri romanzi di autori asiatici, soprattutto giapponesi e sud coreani, c’è infatti questa tendenza di scrivere storie con personaggi interconnessi tra di loro e dove si cerca di combattere lo stile freneticò della vita, raccontando delle storie dove prevale l'amicizia, la fratellanza e l'amore. C'è chi si rifugia in una libreria, o in un libro, chi in una caffetteria o chi come in questo caso in una lavanderia.
Non c’è nulla di nuovo, è una storia che abbiamo già letto, sentito e visto, che lascia poco o niente, alcune storie sono poco credibili e piene di cliché, l’unica che si salva e che risulta più interessante è la prima, il resto è molto prevedibile e scontato.
C’è sicuramente un significato dietro a queste storie, ma non basta è necessario renderle interessanti, cercare di regalare un’emozione ai lettori, altrimenti potremmo leggere un dizionario e sarebbe lo stesso.
Lo stile è diretto e semplice, ma troppo lento, ci vorrebbe decisamente qualcosa in più per rendere queste storie più accattivanti e avvincenti.
Ultimamente ci sono troppo autori asiatici che utilizzano questo tipo di narrazione, però non tutti sono all’altezza delle aspettative.
Da evitare.
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Trama
Yeonnam-dong è un quartiere di Seul in continua trasformazione e non manca mai di essere finalizzato. Eppure, tra locali modernissimi e temporary shop, cè una piccola lavanderia automatica che, per alcuni abitanti della zona, rappresenta un porto sicuro in un mare di cambiamenti. Perché qui trovano luci calde, scaffali pieni di libri e profumo di caffè che si mischia a quello del bucato appena lavato. E poi, un giorno, anche un verde dimenticato taccuino chissà da chi, un taccuino che in breve tempo diventa sorta di diario del quarte. Da un anziano signore che non sa come ricucire il rapporto col figlio a una madre minacciata di sfratto, da una sceneggiatrice in cerca di fortuna a una ragazza incastrata nel rapporto sbagliato, tutti vedono in que diario un'occasione per confidare gioie e dolori, delusioni e speranze. Il mio non solista. A poco a poco, cucina un pasto con un pasto cotto, offre conforto e aria, e poi lo cucina velocemente se è sicuro per il mio piccolo o finalmente inizia a essere cotto. Così, quando una pagina emerge da una storia più complessa e oscura, tutto contribuisce al racconto a cominciare dalla storia e dall'armonia nel magnifico mosaico delle imperfette... Con uno stile semplice e diretto, questo romanzo celebra il valore dei rapporti umani, della solidarietà che piccoli gesti hanno dato alla forza della nostra vita e della nostra vita. Nella frenetica Seul c'è una piccola lavanderia dove il tempo pare chiuso e dove si alleviano le solitudini degli abitanti del distretto.
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