Tutta la vita che resta di Roberta Recchia

 Cari lettori, 

oggi parliamo di un libro che mi è stato regalato da un'amica del gruppo di lettura Giovanna, un romanzo con una copertina stupenda e che mi ha colpito da subito.




Recensione


Questo libro parte come la sceneggiatura di un film o di un drama turco, una famiglia come tante, una storia famigliare realistica e vera che viene sconvolta da un evento tragico, che rompe tutti gli equilibri.

C'è una vita prima e una vita dopo, questo punto di rottura sgretola tutto quello che prima si era costruito, tutto si distrugge, il dolore porta ad allontanarsi, ad arrabbiarsi, a colpevolizzarsi a vicenda, apparentemente senza trovare una via d'uscita. 

Il tema trattato è molto forte, attuale e mostra come la cultura maschilista sia ancora dentro la nostra società come si tende sempre a colpevolizzare la donna anche quando è una vittima. Il giudizio delle persone è spesso terribile, si viene condannati senza appello e senza alcuna possibilità di difendersi.

Solo perché una ragazza cerca di vivere la sua vita, di uscire, di essere felice e di trovare l'amore non deve essere giudicata così negativamente.

Chi resta, chi sopravvive a questa tragedia, rimane fermo, immobile, spiazzato dal dolore, o dai sensi di colpa per esserci ancora, per essere vivo, per riuscire a respirare.

Un romanzo doloroso ma molto coinvolgente che si legge in breve tempo, sono più di quattrocento pagine ma è come se fossero cento, perché la storia scorre come l'acqua, un ritmo serrato che porta a una serie di eventi ma l'autrice  non dimentica di analizzare e  di approfondire le emozioni dei protagonisti.

La maggior parte dei personaggi sono molto approfonditi, vivono attraverso le pagine, sono verosimili, credibili e umani, altri invece forse sono più banali e prevedibili.

Un percorso di dolore, che attraversa varie fasi ma che porta a un punto di svolta, a una rinascita anche se non facile, ma alla fine arriva una piccola speranza.

Lo stile dell'autrice è molto crudo, potente, spiazzante, aggressivo ma così doveva essere per rendere l'idea del dolore che c'era in queste pagine.

L'amore in questo caso, salva, cura e unisce, è quella la speranza che tiene in vita i personaggi, il dolore non si dimentica e non si super, stravolge, soffoca, spiazza.

Nonostante il mio giudizio sia positivo, ho trovato alcune cose che non mi hanno convinto del tutto, la parte iniziale, prima dell'evento drammatico, è stata quella che mi ha coinvolto di meno, doveva essere più breve.

Inoltre ho trovato che l'ultima parte fosse un gran cliché romantico, che non mi è piaciuto, avrei preferito un finale coerente con quello che avevamo vissuto nelle pagine precedenti.

Nonostante questo, è un romanzo che merita di essere letto, un'autrice veramente brava e che ha una penna potente, in grado di toccare le emozioni più profonde del lettore, di scavare nei sentimenti più forti, di farci riflettere. 






***

Trama

Uno strappo che sembrava impossibile da ricucire, una famiglia che nel corso degli anni ritrova la strada nella forza dei legami.

Ci sono libri che ti entrano dentro, che ti accompagnano per mano nella vita di tutti i giorni. È ciò che succede con l'esordio magnetico di Roberta Recchia, una storia da cui non ci si stacca, con protagonisti vivi, autentici. Come Marisa e Stelvio Ansaldo, che nella Roma degli anni Cinquanta si innamorano nella bottega del sor Ettore, il padre di lei. La loro è una di quelle famiglie dei film d'amore in bianco e nero, fino a quando, anni dopo, l'adorata figlia sedicenne Betta - bellissima e intraprendente - viene uccisa sul litorale laziale, e tutti perdono il proprio centro. Quell'affetto e quella complicità reciproca non ci sono più, solo la pena per la figlia persa per sempre. Nessuno sa, però, che insieme a Betta sulla spiaggia c'era sua cugina Miriam, al contrario timida e introversa, anche lei vittima di un'indicibile violenza. Sullo sfondo di un'indagine rallentata da omissioni e pregiudizi verso un'adolescente che affrontava la vita con tutta l'esuberanza della sua età, Marisa e Miriam devono confrontarsi con il peso quotidiano della propria tragedia. Il segreto di quella notte diventa un macigno per Miriam fin quando - ormai al limite - l'incontro con Leo, un giovane di borgata, porta una luce l'inizio di un amore che fa breccia dove nessuno ha osato guardare. Tutta la vita che resta è un romanzo prezioso e dolcissimo, doloroso, accogliente, intimo e corale, che esplora i meccanismi della vergogna e del lutto, ma soprattutto dell'affetto e della cura, e li fa emergere con una delicatezza sapiente, capace di incantare e sorprendere.

Nessun commento