Cari lettori,
oggi parliamo di un thriller psicologico che mi ha lasciato perplessa e amareggiata ora vi spiego tutto nel post.
La gente si ripara dietro la parola pazzia quando non può o non vuole considerare una realtà fuori dell’ordinario." (cit)
Questo thriller psicologico parte subito bene, c'è ritmo, curiosità e suspence, abbiamo tre piani temporali il 1949, il 1986 e il 2019 però la vicenda viene narrata maggiormente negli anni ottanta.
Tutti questi elementi sono fondamentali per il buon risultato di un thriller e devo dire che il mio giudizio è cambiato nel corso della lettura, solitamente "per non stancarmi" devo cercare di leggere un romanzo in un due o tre giorni. Naturalmente parlo dei contemporanei con i classici il mio metodo è diverso, qui la curiosità c'era però sapevo che sarebbe durata poco.
Lo stile di scrittura è semplice ma scorrevole, però ho trovato che questo libro abbia più di un difetto.
Il romanzo risulta eccessivamente lungo, la parte centrale era noiosa, la cosa che mi ha infastidita di più è che avevo l'impressione che l'autore cambiasse versione ogni tot di pagine, non perché ci fosse un colpo di scena ma perché non sapeva più come concludere quello che aveva scritto e cambiasse la storia. Purtroppo avendo già letto dei romanzi simili, non mi ha sorpreso più di tanto e avevo capito, che quello che avevo letto fin ad ora, non era la verità e che la storia fosse più complicata di quello che sembrasse. La versione più plausibile della storia era quella che abbiamo letto alla fine, ma credo che l'autore abbia giocato con la nostra mente, portandoci dove voleva e che avesse difficoltà a concludere le varie versioni che aveva creato nella narrazione.
Le paure non scompaiono crescendo. Diventano più sottili. Si fanno dimenticare. Chiudono solo gli occhi. (cit)
Il titolo in italiano non ha senso, quello originale era sicuramente più azzeccato, questo thriller psicologico ci fa capire come la nostra mente possa creare "dei rifugi" per sfuggire dalla dura realtà, ci inventiamo una vita diversa per non affrontare quello che abbiamo vissuto, quello che viviamo, come una sorta di barriera che ci protegge. A volte però i "rifugi" della mente possono essere pericolosi e possono danneggiarci portandoci anche alla follia.
I rifugi a volte vengono creati per non elaborare un lutto, o un evento traumatico che abbiamo vissuto e che la nostra mente ha tenuto nascosto in un angolo.
Gli elementi soprannaturali sono messi a caso all'interno della storia e non hanno nessun tipo di valenza per la narrazione e non ho apprezzato che siano stati inseriti nel romanzo, non era necessari.
Avrei voluto avere una conclusione alla prima parte della storia che non c'è stata, avrei voluto una narrazione meno confusionaria, avrei voluto che l'autore alla fine non "ci prendesse in giro" cambiando più volte la storia.
L'effetto sorpresa nella parte finale c'è stato, però a mio avviso, è simile ad altri thriller psicologici che avevo letto in passato quindi nulla di nuovo.
E' un buon thriller se non ne avete letti molti, ma per chi è un lettore abituale di questo genere non lo consiglio.
***
Trama
1986, Normandia. Sandrine Vaudrier, una giovane giornalista, apprende che la nonna materna Suzie, che non ha mai conosciuto, è morta e le ha lasciato in eredità tutti i suoi averi. Deve quindi svuotare la sua casa, dove viveva da sola, su un’isoletta poco distante dalla costa atlantica.
Quando arriva sull’isola, grigia e fredda, Sandrine scopre che è abitata soltanto da quattro anziani organizzati quasi in un’autarchia. Tutti descrivono sua nonna come una persona cordiale e affascinante. Tuttavia, l’atmosfera è strana in quel luogo...
In poche ore Sandrine si rende conto che gli abitanti nascondono un segreto. Qualcosa o qualcuno li terrorizza. Ma allora perché nessuno di loro lascia mai l’isola? Cosa è successo ai bambini della colonia nata dopo la guerra e chiusa nel 1949? Chi era veramente sua nonna?
Sandrine verrà ritrovata pochi giorni dopo mentre vaga su una spiaggia con i vestiti coperti di sangue non suo...
Un thriller psicologico con una trama avvincente e personaggi accattivanti, che esplora la complessità della mente umana e le sue forme di difesa contro il dolore. Una narrazione incalzante fino al colpo di scena finale, inatteso ed esplosivo.
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