Cari lettori,
oggi parliamo del libro Troverò la chiave di Alex Ahndoril, il nuovo pseudonimo degli scrittori svedesi, Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho Ahndoril che prima si firmavano come Lars Kepler.
Recensione
Questo libro richiama moltissimo, sia per lo stile che per la struttura, i gialli classici inglesi che tanto mi piacciono, un investigatore Julia Stark e un omicidio avvenuto in una ricca tenuta e i principali sospettati sono i membri della famiglia proprietaria della villa.
Il delitto avviene in un luogo circoscritto e la risoluzione del caso viene rivelata in biblioteca dove la protagonista riunisce tutte le persone coinvolte nelle indagini.
PG Mott, uno dei proprietari della tenuta, si rivolge a Julia dopo aver trovato la foto di un cadavere nel suo telefono, non ricorda però se sia lui il colpevole del delitto, infatti a causa della sbornia non sa quello che ha fatto nelle ultime ore.
La parte iniziale coinvolge il lettore ed è molto interessante capire quali siano i segreti di questa famiglia, è un libro dove la parte investigativa gioca la parte principale, ripeto il fatto che ricorda in moltissimi momenti la struttura di un giallo classico.
Il romanzo poteva essere più corto in quanto ci sono dei momenti in cui l'attenzione viene meno e avrei voluto maggiore velocità nella risoluzione del crimine, la polizia in questo libro non interviene questo è sicuramente una cosa strana e alquanto inverosimile che l'investigatrice possa muoversi liberamente.
Julia si fa aiutare nelle indagini dall'ex marito e poliziotto Sidney, i due si sono lasciati ma per la protagonista la storia non è finita e conosciamo qualcosa anche del suo privato andando avanti nella lettura del libro. Essendo il primo romanzo di una serie, probabilmente scopriremo di più quando usciranno gli altri romanzi.
E' stata una lettura piacevole senza troppe pretese, come dico di solito in questo genere di romanzi, il lettore è uno spettatore e si limita a seguire le indagini e quello che scopre Julia.
La cosa migliore del libro credo sia il finale, quel meraviglioso cliffhanger che ti proietta nel secondo caso e che ti lascia la curiosità, nonostante in alcuni punti sia la trama che la struttura siano molto semplici e non così originali, saper attirare l'attenzione del lettore è sicuramente un grande pregio.
***
Trama
L’uomo che si presenta nell’ufficio dell’agenzia investigativa di Julia Stark un lunedì di agosto è il cliente che tutti vorrebbero. Si chiama PG Mott e a Stoccolma tutti sanno chi è, tutti conoscono la sua famiglia, per una semplice è ricchissimo.
PG ha un problema che solo Julia Stark può la sua vita è precipitata all’improvviso, e senza alcuna spiegazione, in un terribile enigma. Sconvolto, PG racconta a Julia che, all’indomani di una cena di famiglia, ha trovato sul proprio cellulare la foto di un uomo legato, gravemente ferito e incappucciato. PG non ricorda di aver scattato quella foto, né sembra riconoscere la persona immortalata.
Ma non è la prima volta che PG non ricorda la sua vita è tutt’altro che specchiata, tra vizi, abuso di alcol e di psicofarmaci.
Julia capisce subito che il caso è più complesso di quanto può sembrare e chiede aiuto all’unica persona che, nonostante tutto, può aiutarla. Si chiama Sidney Mendelson, è un poliziotto e, soprattutto, è il suo ex marito. E forse, a dispetto del passato tragico che li ha divisi, Julia potrà riavvicinarsi a lui… Ma giunti nella villa di famiglia dei Mott, Julia e Sid presto intuiscono che, sotto la patina di vestiti eleganti, cene da gourmet e vini costosi, scorrono tensioni, invidie e rivalità. E violenze.
Una cosa è la verità si nasconde tra i misteri della famiglia. E anche quando il caso sembra per tutti ormai chiuso, l’intuito infallibile di Julia saprà vedere lontano…
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