Cari lettori,
oggi parliamo dell'ultimo thriller dell'autore svedese Bo Svernström, intitolato "The invisible. Ciò che non vedi ti può uccidere".
Recensione
Il nuovo caso su cui indaga l'ispettore Carl Edson riguarda il ritrovamento del cadavere di un dirigente di una compagnia mineraria svedese Jens Rudberg Karlsson che era stato rapito otto giorni prima.
Nella stessa casa ci sono altri corpi che probabilmente appartengono ai due rapinatori mentre un terzo è scappato, ma non solo, poco dopo viene trovata anche una persona viva, una donna ricoperta di sangue nascosta nell'armadio.
L'ispettore Carl Edson interroga la ragazza, che si chiama Edith, che sembra essere l'unica testimone ma lei non lo può aiutare perché è cieca, ma capisce subito che quello che gli sta raccontando non è vero e nonostante sia sorvegliata riesce a sparire.
Non è tutto è come sembra e questo caso impegnerà molto sia Carl che l'intera squadra.
Si rese conto di avere paura. Era quello il motivo. L’aveva sperimentata in passato, quando qualche anno prima si era scontrato con un alce, o quando a cinque anni sua figlia era caduta dalla bicicletta sbattendo il viso sul bordo del marciapiede. Ogni senso si affina, così che l’ambiente circostante appaia con maggiore nitidezza. Il tempo sembrava scorrere più lentamente, dandogli più spazio per pensare e prepararsi a ciò che lo aspettava.
L'idea iniziale è buona, è un buon thriller scorrevole nello stile dell'autore che avevo già conosciuto e apprezzato nei precedenti libri. Le descrizioni crude e dirette ricostruiscono in maniera dettagliata la scena e restituiscono al lettore un'immagine vivida di quello che Carl scopre.
Apprezzo sempre quando i thriller ci portano all'interno dell'indagine, quando partecipiamo agli interrogatori, troviamo le prove come se fossimo con Carl e la sua squadra a investigare sul caso.
Durante la narrazione purtroppo la tensione e il ritmo diminuisce molto e riprende verso la fine dove andiamo a scoprire la verità e a risolvere l'indagine.
E' un thriller ben congeniato ma rispetto agli altri di questo genere non lo consiglierei perché manca quel qualcosa in più che fa tenere il lettore incollato alle pagine. La storia è quasi priva di suspense in molti punti, anche se la vicenda è credibile, la costruzione dei personaggi principali di questo caso, non mi ha convinta del tutto gli ho trovato poco verosimili e poco caratterizzati.
Carl Edson credo sia un personaggio riuscito, molto umano ed empatico, percepiamo ogni sentimento che prova, ogni vittoria e ogni sconfitta, è sicuramente ben delineato e in ogni libro scopriamo qualcosa di più sulla sua vita. E' lui che regge l'intera narrazione e conduce per mano il lettore verso la verità, quando la trama non convince c'è sempre lui che è una sicurezza.
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Trama
Quando l’alto dirigente di una compagnia mineraria svedese viene rapito e poi assassinato, le indagini vengono subito affidate al commissario Carl Edson e alla sua squadra. Il rapimento è stata un’azione delle frange più estremiste dei movimenti ecologisti, molto attivi in tutta la Svezia. Nella stessa casa in cui era reclusa la vittima, la polizia trova una sorpresa: chiusa in un armadio, viva, c’è una giovane donna non vedente di nome Edith Ekholm. Sembra terrorizzata ed è ricoperta di sangue. In quanto unica testimone, Edith diventa subito il soggetto intorno al quale ruota l’intera indagine. Ma quando la fragile Edith scappa improvvisamente dall’alloggio protetto predisposto per lei dalla polizia, una versione molto diversa dei fatti a poco a poco viene a galla. Dunque chi è veramente Edith Ekholm? Cosa è accaduto davvero nella casa dov’è stata ritrovata? E chi ha ideato il rapimento?
The Invisible è un romanzo trascinante di inganni, vendette e nobili ideali pericolosamente distorti. Un thriller tesissimo che affronta un tema di grande attualità come la tutela degli animali e dell’ambiente, da un autore che, come nei precedenti romanzi Victims e Games, dimostra uno sguardo particolarmente acuto sulla psicologia del crimine.
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