Cari lettori,
oggi parliamo del libro "La bastarda di Istanbul" di Elif Shafak, famosa autrice turca.
Recensione
E' il secondo libro che leggo di questa autrice e continuo a sorprendermi di come riesca a rendere vividi i personaggi che crea attraverso la sua penna, sono tutti grigi mai completamente bianchi o neri.
Siamo a Istanbul, una città moderna ma ancora legata alle tradizioni del passato che però ha voglia di abbracciare culture diverse, romantica da un lato ma pericolosa dall'altro. Viene descritta come una città piena di colori e rumori che non si ferma mai, piena di storia abitata da milioni di persone che si portano dietro il loro passato, un po' dolce e un po' amaro.
Troviamo da un lato la famiglia turca di Asya Kazanci, formata solo da donne, la protagonista è stata cresciuta dalla madre Zeliha e dalla zie, non ci sono uomini perché per uno strano destino sono morti tutti giovani; e sappiamo quanto i turchi credano al destino basti guardare le loro dizi per comprendere meglio questo.
Le donne della famiglia Kazanci hanno delle caratteristiche che le rendono particolari agli occhi del lettore, in realtà poi si scopre che un uomo c'è, è un loro fratello che vive in America e si chiama Mustafa.
Armanoush Tchakhmakhchian, o semplicemente Amy, è una giovane ragazza, che ha il padre armeno e la madre americana e quest'ultima sposerà proprio Mustafa. Amy un giorno apprende che la famiglia di sua nonna fu costretta a fuggire per non essere deportata o peggio uccisa dai Turchi durante la prima guerra mondiale.
Viene chiamato genocidio armeno, o anche olocausto o massacro degli armeni, le deportazioni e le uccisioni degli armeni perpetrate dall'Impero ottomano tra il 1915 e il 1916, che causarono milioni di morti.
Amy decide di andare a Istanbul per trovare la sue origini e la casa di sua nonna Shushan e una volta arrivata in Turchia fa amicizia con Asya e si uniscono per trovare delle risposte.
In un certo senso la pioggia assomigliava al dolore: facevi del tuo meglio per restare incolume, sicura e asciutta, ma se e quando abbassavi la guardia, il problema non si poneva più in termini di singole gocce, quanto piuttosto di una cascata incessante, e a quel punto decidevi che tanto valeva arrendersi.
I genitori di Amy, non sanno che è andata in Turchia e nonostante l'indecisione di Mustafa, lui e la moglie partono per riportare la figlia a casa.
La storia è drammatica, in perfetto stile turco il lettore alla fine del libro rimane soddisfatto della conclusione che l'autrice ha voluto dare a questa storia.
Il titolo "La Bastarda di Istanbul", ci fa capire subito che c'è un bambino illegittimo e nato fuori dal matrimonio che per la cultura turca è inconcepibile, Asya non ha un padre, anche se poi la storia non si concentra solo su questo ma toccherà varie tematiche e personaggi.
Sia Asya che Amy faranno i conti con il loro passato entrambe scopriranno la verità che sconvolgerà la loro vita e porterà a un finale veramente amaro.
In questo libro si toccano molti argomenti: i difficili rapporti famigliari, l'odio tra culture diverse, la modernità che si scontra con la tradizione, le verità e i segreti celati del passato che tornano a galla.
I libri erano pericolosi in generale, ma i romanzi lo erano ancora di più. Il sentiero della narrazione ti poteva facilmente condurre a un universo in cui tutto era fluido, imprevedibile e ignoto come una notte senza luna nel deserto. Prima ancora di rendertene conto, rischiavi di lasciarti trasportare fino a perdere ogni contatto con la realtà, con quella solida e stringente verità dalla quale nessuna minoranza dovrebbe mai staccarsi, per non trovarsi indifesa quando cambia il vento e arrivano i tempi duri.
L'ambientazione è parte integrante della storia, una città come Istanbul con le sue culture diverse che si fondono, una città che non dorme mai, un museo a cielo aperto, una città da scoprire e da visitare.
I personaggi femminili è il vero punto di forza del libro, sono forti ma anche particolari, però non si riescono a dimenticare.
Elif Shafak con la sua semplicità riesce a creare delle storie molto profonde e potenti, con la sua penna evocativa riesce a trasmettere in maniera vivida i colori, i rumori e gli odori di Istanbul restituendoci un ritratto autentico della famosa città turca. Il lettore si immagina la scena durante la lettura sempre quasi di guardare una serie o un film, sempre di stare proprio lì a visitare la torre di Galata, lo stretto del Bosforo, la Basilica di Santa Sofia o il Ponte delle Vittime del 15 Luglio magari illuminato di notte.
E poi come mi è capitato in molti libri scritti da autori turchi, si parla sempre dell'amore per la lettura, ogni romanzo ma non solo anche nelle dizi turche spesso e volentieri i personaggi o gli attori leggono un libro.
La storia è emozionante, un po' amara e un po'dolce non stereotipata, con molti colpi di scena che tengono alta la tensione del lettore.
Vi lascio con una citazione dal libro molto significativa:
Ormai l'alba è arrivata. Appena un passo dopo quella soglia misteriosa che separa la notte dal giorno. È l'unico momento della giornata in cui è ancora abbastanza presto per sperare di realizzare i propri sogni, ma troppo tardi per sognarli, la terra di Morfeo è ormai lontana.
L'occhio di Allah è onnipotente e onnisciente, un occhio che non si chiude mai, neppure per battere una palpebra. Eppure nessuno sa per certo se la Terra sia sempre tutta visibile. Se questo è un palcoscenico sul quale gli spettacoli vanno in scena uno dopo l'altro per lo Sguardo Celeste, ci devono pur essere momenti in cui cala il sipario e un velo dai colori vivaci copre la superficie della ciotola d'argento.
Istanbul è un libro aperto con scarabocchiati dieci milioni di storie. Istanbul si sta risvegliando dal suo sonno agitato, pronta per il caos della giornata. Da questo momento in poi ci sono troppe preghiere da esaudire, troppe bestemmie di cui prendere nota, e troppi peccatori, per non parlare poi degli innocenti, da osservare.
A Istanbul è ormai mattina.
***
Trama
Istanbul non è una città, è una grande nave. Una nave dalla rotta incerta su cui da secoli si alternano passeggeri di ogni provenienza, colore, religione. Lo scopre Armanoush, giovane americana in cerca nelle proprie radici armene in Turchia. E lo sa bene chi a Istanbul ci vive, come Asya, diciannove anni, una grande e colorata famiglia di donne alle spalle, e un vuoto al posto del padre. Quando Asya e Armanoush si conoscono, il loro è l'incontro di due mondi che la storia ha visto scontrarsi con esiti terribili: la ragazza turca e la ragazza armena diventano amiche, scoprono insieme il segreto che lega il passato delle loro famiglie e fanno i conti con la storia comune dei loro popoli. Elif Shafak, nuova protagonista della letteratura turca, affronta un tema ancora scottante: quel buco nero nella coscienza del suo paese che è la questione armena. Simbolo di una Turchia che ha il coraggio di guardarsi dentro e di raccontare le proprie contraddizioni, Shafak intreccia con luminosa maestria le mille e una storia che fanno pulsare il cuore della sua terra.
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