Cari lettori,
continua, per me, la lettura delle lettere scritte da Elizabeth Gaskell dove vengono trattati moltissimi argomenti che erano importanti per l'epoca e molti dei quali non li conoscevo bene.
Dopo aver affrontato a gennaio Effie Gray e lo scandalo dell'annullamento del matrimonio con Ruskin e a febbraio il rapporto della Gaskell con la famiglia Nightingale; oggi invece parliamo dei Married Women's Property Acts.
Cos'erano?
Ora lo scopriremo assieme.
I Married Women's Property Acts del 1870, 1874, 1882 e 1893, sono una serie di atti per migliorare i diritti delle donne nella Gran Bretagna dell'Ottocento.
Ma come veniva considerata la donna nella società vittoriana?
La donna non era proprio considerata e dipendeva sempre da una figura maschile che fosse il padre, il fratello o un parente stretto e dopo il matrimonio era sottomessa alla volontà del marito, sia a livello sociale che economico.
A sostenere la donna per prima ci fu la famosa Mary Wollstonecraft che scriveva così:
"Perpetuando un tale modello del femmineo, riducendo la donna a creatura dedita ai vezzi e alle frivolezze, gli uomini avallano e lusingano il proprio ego. Riducendo le donne ad animali domestici fedeli e affettuosi, essi rafforzano la propria identità di maschi forti e superiori."
Poi ancora:
"Le mie simili vorranno scusarmi se le considererò alle stregua di creature razionali piuttosto che adularne le grazie seducenti e trattarle come se fossero in uno stato di perpetua fanciullezza, incapaci finanche di sostenersi sulle proprie gambe. Desidero ardentemente mostrare in che cosa consistano la vera dignità e la felicità umana. Desidero esortare le donne a impegnarsi per acquisire forza, sia fisica che mentale, e persuaderle che frasi tenere, animi impressionabili, delicatezza di sentimenti e raffinatezza del gusto, sono pressoché sinonimi di debolezza, e coloro che sono semplicemente oggetto di compassione e di quel tipo di amore che è stato definito suo parente, diventeranno presto oggetto di disprezzo."
Questa sorta di "subordinazione" che la donna aveva nei confronti del genere maschile, era supportata dalla legge che non la tutelava, dopo il matrimonio una donna perdeva ogni diritto economico sulle sue proprietà che passavano al marito; c'erano delle eccezioni per alcuni beni di valore elevato dove ci potevano essere dei limiti per il coniuge ma questo non assicurava l'indipendenza finanziaria della donna.
Per esempio, se una donna era una scrittrice i diritti d'autore, dopo il matrimonio, sarebbero passati al marito. Inoltre, una donna sposata non poteva redigere un testamento o disporre di qualsiasi proprietà senza il consenso del coniuge.
A differenza delle mogli, le donne che non erano sposate o che erano rimaste vedove mantenevano il controllo sulle loro proprietà ed eredità , perché per legge qualsiasi donna adulta non sposata erano "a feme sole" (single woman) .
Una volta sposate, l'unico modo in cui le donne potevano reclamare la proprietà era attraverso la vedovanza. C'erano poche eccezioni di donne sposate che erano "feme sole", come per esempio le Regine d'Inghilterra.
I Married Women's Property Acts cercavano di porre rimedio a questa differenza economica tra uomini e donne, la prima volta che si discusse di questo argomento in Parlamento fu nel 1857, ma non cambiò nulla fino al 1870, infatti si pensava che questo cambiamento portasse delle forti crepe all'interno della società e della famiglia vittoriana e quindi fu inizialmente accantonato.
Solo nel 1882, il Parlamento approvò la riforma che permise alla moglie di essere economicamente indipendente dal marito.
La legge si applicava in Inghilterra (compreso il Galles) e Irlanda, ma non si estendeva alla Scozia.
Elizabeth Gaskell scrisse a Eliza ("Tottie") Fox ( insegnante e pittrice 1823-1903) sua amica e fidata corrispondente una lettera (n. 276 de 1 gennaio 1856 ) dove le raccontava di aver chiesto al marito di contattare il patrigno della donna, William Fox, per presentare un disegno di legge per tutelare i diritti delle donne.
William Johnson Fox ( 1786 - 1864) è stato un ministro unitario inglese, politico e oratore.
Pertanto possiamo evincere da quel poco che ci rimane, che la Gaskell sostenesse questa causa e avesse capito quanto poco fossero tutelate le donne nell'aspetto economico e dopo essersi sposate erano sempre dipendenti in tutto e per tutto dal marito. Già nei suoi romanzi abbiamo notato come avesse a cuore molti temi "caldi" per l'epoca come per esempio le donne perdute o le condizioni degli operai nelle fabbriche e come lei fosse sempre stata dalla parte dei più deboli.
Nel 1870 la riforma prevedeva che i salari e le proprietà che una moglie guadagnava attraverso il proprio lavoro o attraverso un'eredità restassero propri e separati da quelli del marito e nel 1882 questo principio si estendeva a tutti i beni, indipendentemente dalla sua fonte o dal momento della loro acquisizione.
Naturalmente queste riforme furono molto discusse e contestate all'epoca ma posero le basi per la chiusura della visione vittoriana di sottomissione delle donne.
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Testi consultati:
♥ Sui diritti delle donne di Mary Wollstonecraft
♥Elizabeth Gaskell di Jenny Uglow
♥The letters of Mrs Gaskell- J.A.V. Chapple and Arthur Pollard - MANDOLIN casa editrice
♥Futher letters of Mrs Gaskell di John Chapple e Alan Shelston (Manchester University Press)
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