Cari lettori,
oggi vi parlo di un thriller ambientato a Copenaghen che mi ha piacevolmente colpita, è il primo libro di una serie con protagonisti Jeppe Kørner e Anette Werner.
Recensione
Jeppe Kørner è un ispettore della polizia di Copenaghen che sta affrontando un periodo particolare, perché si è separato dalla moglie e ha perso il padre.
E' tornato al lavoro dopo un forte esaurimento dovuto al divorzio e ritrova la sua collega Anette Werner con cui divide l'ufficio e il lavoro da molti anni.
Jeppe e Anette sono chiamati ad indagare sull'omicidio di Julie Stender, una giovane ragazza di 21 anni che da sei mesi vive a Copenaghen assieme all'amica Caroline, al pianterreno di un palazzo di proprietà di Ester de Laurenti.
Il corpo aveva dei tagli sul viso, oltre ad altre ferite e aveva delle lesioni alla testa, la ragazza è stata trovata riversa sul tappetto.
"Dieci anni alla Omicidi gli avevano insegnato a occuparsi di corpi martoriati senza sentirsi male; nonostante questo, Jeppe non era mai del tutto a suo agio sulla scenda di un crimine."
Il caso segue false piste, Jeppe e Anette e tutta la squadra della polizia di Copenaghen, dovranno lavorare sodo per trovare il colpevole, lungo la narrazione ci troveremo davanti ad altre vittime e ad un certo punto il protagonista non sapra più cosa pensare e brancolerà nel buio.
Quello che ho apprezzato di più è il protagonista Jeppe, imperfetto, pieno di paure, ho trovato che sia anche molto umano, nonostante sia "abituato" a vedere scene molto forti, cadaveri, la sofferenza negli occhi di chi ha perso una persona cara e non riesce a rimanere indifferente alla morte e alla sofferenza.
Ho trovato per una volta un ispettore che non è freddo e che non pensa solo al lavoro ma che lascia spazio anche ai sentimenti, ha il coraggio di affrontare una dura separazione, che lo ha allontanato anche dalla polizia oltre che averlo provato profondamente.
"Adesso era agosto, Jeppe aveva ripreso a lavorare e gli era appena arrivata per posta la richiesta di divorzio. Era sul tavolino davanti al divano, come un umiliante promemoria del fatto che lei era andata avanti, mentre lui era solo."
Anette è completamente diversa più cinica, austera e rigida, concentrata sul lavoro e ha davvero poca sensibilità ed empatia per i casi che segue, è fidanzata ma anche deciso che non avrà figli, è un personaggio che ho faticato davvero ad apprezzare e a capire.
Ho trovato la narrazione abbastanza scorrevole, il caso mi ha entusiasmata e incuriosita, ci sono stati degli elementi e degli indizi che hanno portato a seguire delle ipotesi errate.
Trovo che la vulnerabilità e la sensibilità del protagonista sia un punto di forza di questo libro, ho trovato una tensione e un ritmo costante per tutta la storia, i capitoli brevi hanno aiutato a tenere alto il climax e a non annoiare il lettore.
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Trama
Davanti al corpo tagliuzzato di Julie, giovane studentessa trovata morta nel suo appartamento, la polizia di Copenaghen non ha risposte: la sola traccia lasciata dall'assassino sembra essere il misterioso disegno, simile a un origami, che la lama di un coltello ha inciso sul viso della ragazza. A guidare le indagini è l'investigatore Jeppe Kørner, affiancato da Anette Werner: lui - con l'aria del classico sbirro separato - in profonda crisi di autostima, lei energica e dirompente, sempre di buonumore. La loro attenzione si concentra sulla padrona di casa, che vive al terzo piano della stessa graziosa palazzina in cui è stato rinvenuto il cadavere, nel centro storico della capitale danese. Docente di letteratura in pensione con la tendenza a organizzare scintillanti cene mondano-artistiche, Esther de Laurenti si rivela infatti essere un'aspirante scrittrice di gialli. E, curiosamente, l'omicidio di cui si legge nel manoscritto al quale sta lavorando ricalca esattamente le modalità con cui è stata uccisa la sua inquilina. Un collegamento tra finzione e realtà troppo clamoroso perché possa essere ignorato.
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