[RECENSIONE] Il guardiano del faro di Camilla Läckberg

Cari lettori, 

oggi vi parlo del settimo volume della serie dedicata ai delitti di Fjällbacka, dal titolo "Il guardiano del faro" scritto da Camilla Läckberg.

Continua il racconto della vita privata e professionale di Erica e Patrik, ma con dispiacere devo dire che questo libro non mi è proprio piaciuto; penso anche che il primo romanzo della serie sia stato il migliore fino ad ora.






Recensione

Questo libro riparte da dove avevamo lasciato il precedente, le prime pagine sono molte dure per i protagonisti a causa di un grave lutto che ha subito la sorella di Erica, Anna. 

Il crime al centro di questo romanzo fatica a decollare, non ci sono grandi colpi di scena, è stata una lettura prevedibile ed estremamente lenta.

Le ultime cinquanta pagine, hanno un ritmo molto più veloce ed era quello che mi aspettavo durante la narrazione e non solamente verso la fine.

Ci sono molte sottotrame, decisamente troppe e sono andata in confusione a seguire l'evolversi di ogni situazione e non c'è un vero e proprio collegamento tra tutte loro. Manca un'idea principale che leghi tutte le altre.

I capitoli ambientati nell'Ottocento ho faticato a capire cosa centrassero con la narrazione ai nostri giorni e non mi hanno coinvolta.

La protagonista, Erica, deve affrontare le conseguenze di questo lutto che ha colpito la sorella, Anna, che devo dire è un personaggio veramente sfortunato credo che l'autrice l'abbia presa di mira perché le succedono le peggio cose. Questo continuo accanimento non mi piace e lo trovo artificioso.

Patrik, dopo un periodo di riposo a causa di un problema di salute, torna al lavoro e deve risolvere un altro omicidio, Mats Sverin, il direttore del settore finanziario del comune, è stato trovato morto nel suo appartamento. 

Il caso è molto semplice e prevedibile, secondo me quello che manca è la Erica dei primi libri dove con la sua intuizione, il suo coraggio e la sua intelligenza dava quel qualcosa di più alla storia.

Questo libro è tutta una ripetizione di quello che fa Erica, di cosa prova, di quello che succede attorno alla sua famiglia, insomma pochissimo crime e molto più dramma famigliare. Il libro è davvero troppo lungo, ci sono delle parti inutili che potevano essere tagliate.

Lo stile dell'autrice è sempre lo stesso, semplice ma allo stesso tempo curato e coinvolgente ma qui manca propria una storia che sappia appassionare il lettore. Ho percepito come l'autrice sia stanca, non so se dei personaggi oppure se non trovi più degli sviluppi avvincenti nel matrimonio tra Erica e Patrik. Spero che la protagonista torni ad essere al centro della trama crime e,  nei prossimi libri, vorrei trovare maggiore attenzione al giallo,  piuttosto che alla sfera privata della vita dei due personaggi principali.

Un vero peccato, una bella delusione.


***


Trama

In una notte d’inizio estate, un’auto percorre a gran velocità la strada che collega Stoccolma alla costa occidentale. La donna al volante ha le mani sporche di sangue. Insieme al figlio, Annie sta fuggendo verso Gråskär, nell’arcipelago di Fjällbacka. Quell’isola scabra, con il faro bianco e la vecchia casa del guardiano dove crescono le malvarose, appartiene alla sua famiglia, ed è l’unico posto in cui lei si sente al sicuro, lontano da tutto. La leggenda popolare vuole che lì si aggirino gli spiriti dei morti, ma questo non la turba, anzi, in quel luogo così solitario, dove il suo sguardo può spaziare solo su scogli e mare salato, ad Annie piace pensare che i fantasmi siano rimasti per farle compagnia. Intanto, a Fjällbacka, Patrik, da poco rientrato in servizio, è alle prese con un’indagine piuttosto spinosa: il dirigente del settore finanze del comune è stato ucciso con un colpo di pistola alla nuca. Il movente dell’omicidio sfugge e la vittima, che poco prima di morire aveva fatto visita ad Annie all’isola degli spettri, sembra essere stato un uomo dai mille segreti. Sfidando un muro di silenzi, la polizia di Tanum scava nel suo passato e trova un collegamento con un’associazione di sostegno a donne maltrattate. Una opista che permetterà a Patrick di portare alla luce i mondi calpestati di persone a cui la parola "casa" non desta altro che il ricordo di cicatrici, deboli ombre che solo nell'amore per un figlio possono trovare la forza per continuare la loro fuga dal dolore che annienta ogni emozione.










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