[RECENSIONE] I QUADERNI BOTANICI DI MADAME LUCIE DI MELISSA DA COSTA

 Cari lettori, 

oggi parliamo di un romanzo che tratta un tema molto delicato.

Mi aspettavo di più da questo libro, anzi qualcosa di diverso forse non lo so nemmeno io cosa pensavo di trovare in questa storia, a me ha trasmesso tristezza e speranza. Però è stata una lettura malinconia, forse troppo.





Recensione

Questo è il secondo romanzo dell'autrice, il primo "Tout le bleu du ciel" non è stato tradotto in italiano. 

Devo subito dire che questo libro mi è piaciuto ma non è stato un colpo al cuore, per me è mancato qualcosa a questa storia. 

La protagonista Amande Luzin, ha trent'anni e sta affrontando un periodo difficile della sua vita, ha perso suo marito e la sua bambina. 

Nel suo percorso di dolore trova i calendari orticoli di Madame Hugues, che era la proprietaria della casa dove ora vive la protagonista, così decide di seguire gli appunti  e inizia a sistemare il giardino. 

E' un tema delicato e toccante, seguiamo il cambiamento di Amande, il dolore, la rabbia, la sofferenza che mano a mano che i giorni passano si allevia, si trasforma dando un messaggio di speranza, che si può sempre trovare qualcosa per aggrapparsi e continuare a vivere. 

Seguiamo con piacere come si evolve la vita di Amande, ritorna a dare valore alla cose semplici, a curare le piante e i fiori e come questo "hobby" possa "lenire" le ferite del cuore.

Ho apprezzato molto la protagonista l'ho trovata credibile, sincera e onesta nel vivere il suo dolore fin dalle prime pagine. 

Il lutto è improvviso, spiazzante e tragico per Amande, si rifugia nella campagna francese a vivere in questa casa da sola nel suo dolore e vedere come questo giardino abbandonato con il tempo riesca a rifiorire e a rinascere, è sicuramente il simbolo della fiducia verso il futuro, la stessa che cresce nella protagonista. 

E' un libro toccante soprattutto a livello emotivo, è un romanzo introspettivo, dove al centro c'è il percorso di rinascita della protagonista che sicuramente non può lasciare indifferenti.

Traspare tutto il dolore che prova Amande, ma c'è un grande messaggio di fondo che è quello di non mollare mai, che ci può essere sempre una speranza, anche se flebile per ricominciare. Capiamo anche il tempo può aiutare ad alleviare le ferite ma non le guarisce, la forza per andare avanti la possiamo trovare solo dentro di noi. 

Lo stile di narrazione l'ho trovato fin troppo semplice, anche se non sempre questo è un male, è una storia che coinvolge che però non sempre è appassionante, a me ha lasciato un profondo senso di tristezza e malinconia. Paradossalmente mi sono trovata più vicina alla protagonista nella prima parte, l'avrei abbracciata meno nella seconda,  dove non mi sono ritrovata coinvolta nel mondo narrativo che aveva creato l'autrice.


***

Trama

Fuori è l'estate luminosa e insopportabile di luglio quando Amande Luzin, trent'anni, entra per la prima volta nella casa che ha affittato nelle campagne francesi dell'Auvergne. Ad accoglierla, come una benedizione, trova finestre sbarrate, buio, silenzio; un rifugio. È qui, lontano da tutti, che ha deciso di nascondersi dopo la morte improvvisa di suo marito e della bambina che portava in grembo. Fuori è l'estate ma Amande non la guarda, non apre mai le imposte. Non vuole più, nella sua vita, l'interferenza della luce. Finché, in uno di quei giorni tutti uguali, ovattati e spenti, trova alcuni strani appunti lasciati lì dalla vecchia proprietaria, Madame Lucie: su agende e calendari, scritte in una bella grafia tonda, ci sono semplici e dettagliate indicazioni per la cura del giardino, una specie di lunario fatto in casa. La terra è lì, appena oltre la porta, abbandonata e incolta. Amande è una giovane donna di città, che non ha mai indossato un paio di stivali di gomma, eppure suo malgrado si trova a cedere; interra il primo seme, vedrà spuntare un germoglio: nella palude del suo dolore, una piccola, fragrante, promessa di futuro. 



Nessun commento