Cari lettori,
oggi parliamo di un libro di non fiction ambientato nell'epoca vittoriana e che ci racconta una storia vera.
Recensione
Siamo a Londra nel 1857 e per la prima volta viene istituito il Tribunale per i divorzi, il 14 giugno si presenta Henry Oliver Robinson, ingegnere civile che sosteneva che la moglie Isabella avesse commesso adulterio e portò come prova il suo diario.
L'autrice ci fa conoscere la vera storia di Isabella, partendo dall'infanzia, passando dal primo matrimonio, alla nascita del primogenito, agli anni da vedova, fino all'incontro e alle seconde nozze con Henry Robinson.
Henry non è uomo integerrimo come vogliono farci credere durante il processo, è un uomo avido, egoista, pieno di sé, che ha avuto numerose amanti, dei figli illegittimi, che ha tentato di derubare Isabella della propria eredità. Non ha mai amato la donna e la trascurava.
Per la legge dell'epoca il marito doveva dimostrare solo l'infedeltà della moglie, mentre la donna doveva provare il fatto che l'avesse tradita, abbandonata, trattata con crudeltà o che si fosse macchiato di qualche crimine tipo la bigamia, l'incesto, lo stupro o la sodomia.
Naturalmente per le donne era sempre più difficile divorziare.
Nel corso del testo vediamo come i vari testimoni e le prove, andassero in un qual modo sempre a giustificare le azioni dell'uomo e a preservare la sua reputazione a discapito di Isabella. Il tradimento che aveva commesso la donna era più grave di quelli che abitualmente faceva il marito.
Isabella in questo processo è vittima delle credenze dell'epoca, nel libro ci viene spiegato bene cosa sia la "frenologia", ovvero la teoria scientifica sviluppatosi nell'Ottocento e oggi ormai abbandonata, secondo la quale dalla conformazione del cranio è possibile ricostruire le qualità psichiche dell'individuo compresa la sua personalità. In questo caso Isabella, secondo gli esperti dell'epoca, aveva una parte molto sviluppata del cervello che la portava ad avere una predisposizione per amare in maniera eccessiva.
Durante il processo furono lette alcune parti del diario che scandalizzarono molti dei presenti, all'interno del quale c'erano dei passaggi molto espliciti e delle descrizioni particolari quasi erotiche.
Uno scandalo per la buona società inglese dell'epoca vittoriana.
La stessa Isabella nel diario ad un certo punto, dà la colpa del suo comportamento solo a se stessa, anche lei succube dei pregiudizi dell'epoca in cui viveva.
Ho trovato da subito coinvolgente e interessante la scrittura dell'autrice che è riuscita con una ricostruzione storica accurata e credibile a descriverci la storia vera di Isabella Robinson, vittima più della società e dell'epoca in cui ha vissuto che di aver commesso qualcosa di sbagliato.
Nel testo ci sono moltissimi riferimenti ad autori e opere dell'Ottocento, compresa la mia amata Gaskell, quindi è sicuramente un testo da tenere d'occhio se amate l'epoca vittoriana.
La società dell'epoca era bigotta, maschilista e ipocrita, considera l'uomo come la vittima, a cui è concesso tutto e la donna finisce sempre per essere il carnefice. Isabella è una donna che doveva essere per forza malata, doveva avere qualcosa che non andava per avere un desiderio sessuale così sviluppato. L'autrice quindi con arguzia di particolari e con un'ottima ricerca, anche attraverso dei documenti originali, tende a descriverci quello che è successo, non esprimendo giudizi ma facendoci conoscere la storia di Isabella, una donna che ha solo la colpa di essere nata nell'epoca vittoriana.
Questo libro mi ha insegnato molto e sono contenta di aver scoperto questa autrice, che continuerò a leggere.
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Trama
Londra, 1857. Davanti al neonato Tribunale per i divorzi civili compaiono i legali di Henry Robinson, facoltoso e gretto ingegnere di Edimburgo, che sostiene di essere stato tradito dalla moglie Isabella con un altro uomo, il dottor Edward Lane. La vicenda è una storia vera.
L'unica prova che viene consegnata al giudice è un diario in cui compaiono gli struggimenti di Isabella per un medico molto più giovane di lei, stimato precursore dell'idroterapia, il cui stabilimento termale veniva frequentato fra gli altri da Charles Darwin. Così, anche se la lettura di alcuni brani non chiarisce cosa sia successo veramente, solo un miracolo potrebbe far desistere un tribunale presieduto da tre giudici anziani e conservatori dal condannare la donna.
Una donna che per di più dimostra di avere, secondo gli studi frenologici del tempo, l'organo della Amatività eccessivamente sviluppato e quello della Venerazione di dimensioni assai ridotte. Una donna che descrive nel suo diario comportamenti considerati così licenziosi da far allontanare il pubblico femminile dall'aula del tribunale quando vengono letti stralci del suo diario. Il verdetto sembra scontato, ma ecco il colpo di scena: i legali del dottor Lane escogitano una linea difensiva. Isabella è affetta da un «disturbo uterino», un'agitazione patologica che allude alla sua accentuata sensualità (ninfomania, erotomania) e il diario in questione non è che una «prova di romanzo» in cui i fatti, per quanto realistici, non sono da considerarsi reali. Isabella, insomma, viene disegnata come una sorta di Madame Bovary (negli stessi anni che in Francia veniva pubblicato il libro di Flaubert) che confonde realtà e immaginazione e in grado di stimolarsi anche solo con le parole. Isabella si umilia e si sacrifica, e il «ritorno del rimosso» è ancora per qualche anno scongiurato.
Come già aveva dimostrato in Omicidio a Road Hill House, Summerscale ha un raro talento nel recuperare i documenti veri e le descrizioni di un'epoca storica per farli poi scomparire all'interno di un racconto avvincente che invita a riflettere sui costumi di una società, ipocrita e maschilista, che considerava vittima del «demone isterico» qualunque donna fosse mossa da desiderio sessuale. Grazie a una scrittura commovente e lucida, Summerscale fa invece di Isabella un'eroina moderna, una donna piena di poesia e di passioni che ha la sola colpa, e sfortuna, di nascere in un momento sbagliato, «aliena in epoca aliena».
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