Cari lettori,
oggi torno a parlarvi di William Shakespeare ma questa volta parliamo di una commedia.
Come vi dicevo, anche per Macbeth, questa non sarà una vera e propria recensione, ma un mio giudizio personale.
Considerazione personale
Credo che davanti a un'opera che è stata scritta a fine del Cinquecento sia doveroso, prima della lettura, andarsi a documentare. Online ci sono moltissimi video di insegnanti di letteratura inglese, che mi hanno preparato a questa lettura e alle prossime che farò dell'autore.
A mio gusto personale ho trovato quest'opera teatrale davvero meravigliosa, con personaggi delineati e vividi, con una trama ben congeniata e una storia ricca di spunti di riflessione. In particolare ho amato il famoso monologo di Shylock nell'atto terzo scena 1.
Il testo è pervaso dall'intolleranza, dal disprezzo reciproco tra cristiani ed ebrei.
Gli ebrei erano ghettizzati in quartieri dove venivano sorvegliati e dovevano indossare un cappello rosso, nel 2019 quando andai a visitare Venezia, sono passata proprio per quel quartiere, non così turistico ma che in un qual modo mi ha affascinato.
Gli altri temi importanti che tocca l'autore, sono l'amore, l'amicizia e il senso di giustizia, come la legge dipende sempre dalla persona che la applica e da come lo fa.
Antonio è il mercante del titolo, è cristiano, e chiede un prestito a Shylock per aiutare l'amico Bassanio a conquistare Porzia, ricca ereditaria di Belmonte.
Shylock è un usuraio ebreo, che non ha mai ben visto Antonio per tutte le volte che ha prestato del denaro ad alcune persone in difficoltà senza chiedere nulla in cambio.
L'usuario è da sempre vista come una professione immorale, ma gli ebrei erano quasi costretti a professarlo perché a loro non era consentito fare molti altri lavori.
Per i cristiani quello che Antonio fa prestando denaro gratuitamente incarna propria i valori cristiani, ma anche la lealtà nei confronti dell'amico, si inserisce in questa prospettiva religiosa.
Il monologo di Shylock mi ha colpito moltissimo perché l'ho trovato sincero, attuale, un vero e proprio inno contro le intolleranze, riconoscere gli ebrei come essere umani al pari dei cristiani, ci fa capire come Shakespeare fosse molto avanti per l'epoca in cui ha vissuto.
Visto il clima di antisemitismo che si respirava in Inghilterra nel 1500, sicuramente Shakespeare ha inserito un monologo così forte e toccante, per ridare credibilità e per "riscattare" il personaggio di Shylock che può essere considerato come l'antagonista della commedia.
Shakespeare, però non si schiera né dalla parte degli ebrei né da quella dei cristiani, sembra che nel testo non ci sia da parte sua una completa approvazione dei valori cristiani.
Infatti si evince il fatto che i cristiani odiano gli ebrei per quanto tali e nonostante i valori in cui loro stessi credono, come la pietà, la carità, l'amore per il prossimo, con loro, non lo mettono in pratica.
Questa commedia mi ha fatto riflettere molto, in un qual modo Shakespeare ha messo i due protagonisti, Shylock e Antonio, sullo stesso piano con i loro pregi e i loro difetti e non giudicando nessuno, per la loro religione o per la loro professione.
In questo io l'ho trovato geniale.
Un'opera che mi ha affascinato e sicuramente da recuperare se non l'avete ancora letta.
***
Trama
Due luoghi opposti e speculari: Venezia, il regno della realtà, del giorno, delle certezze; e Belmont, regno dell'illusione, della notte, dei mutamenti. Dominata dagli antagonisti Shylock e Portia, Il Mercante di Venezia culmina nella scena del processo, in cui Shylock rivendica 'una libbra della bella carne' del mercante Antonio per compiere la sua vendetta, e Portia, in veste di giudice, annienta Shylock. Grande commediante e manipolatrice di esistenze altrui, e al tempo stesso donna di limpida sincerità nel suo amore per Bassanio, sarà la stessa Portia a concludere la commedia nella notte magica di Belmont in cui tutti i personaggi, con l'eccezione dello sconfitto Shylock, le si riuniranno attorno, e lei, maga imprevedibile di capricciosa benevolenza, scioglierà i nodi di una vicenda complessa e fuggente.
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