Cari lettori,
oggi parliamo del libro " Lena e la tempesta" di Alessia Gazzola pubblicato dalla Garzanti, libro letto ad ottobre con il gruppo di lettura #viaggiatricidicarta che trovate su Instagram ideato da Silvia di @libri_e_altri_rimedi.
Recensione
Alla fine di questo libro mi sono chiesta se l'autrice abbia avuto coraggio a scrivere questa storia oppure fosse stata solo un'imprudente.
Credo che la risposta corretta sia la seconda.
Lena è la protagonista di questa storia, è una donna fragile, che a trent'anni si trova davanti a un bivio, non riesce a sfondare come illustratrice ma soprattutto non riesce più a continuare a vivere portandosi dietro un terribile segreto. In questo momento, l'unica alternativa che ha è quella di tornare nell'isola di Levura, luogo dove trascorreva le estati quando era giovane e provare a ricostruire la sua vita.
Non svelerò cosa è successo anche se l'autrice ce lo dice dopo poche pagine, ma questo bruttissimo evento che le è accaduto, la tormenta ormai da quindici anni.
Non voglio giudicare Lena, il suo comportamento o come ha deciso di elaborare o meno il trauma che ha subito, però la cosa che mi ha lasciato perplessa è come l'autrice ha sviluppato il romanzo.
Partiamo dal fatto che, per me, la Gazzola ha sbagliato a parlare di una cosa così drammatica, poteva scegliere altri mille temi, mille situazioni differenti ma non questa. Ho percepito il fatto che questo testo fosse inventato, costruito nella fantasia dell'autrice e che ad un certo punto non sapesse più come far finire la storia.
Sicuramente l'intento dell'autrice è stato quello di evidenziare come alcune persone reagiscono in maniera diversa al dolore che hanno subito, c'è chi lo affronta e chi no. Lena durante tutto il testo rimane un po' ferma, continua a ripensare a quello che è successo, non ha un cambiamento. In questo l'ho trovata coerente, non ha mai superato quello che le è successo in quindici anni e non lo farà ora che è tornata nell'isola di Levura dove l'incubo è cominciato.
Nella parte finale c'è un colpo di scena che non mi aspettavo, ma la conclusione di questo libro è troppo frettolosa, a mio avviso il testo andava maggiormente approfondito.
Mi sono anche sforzata di entrare in questa storia, di trovare degli aspetti positivi, mi sono chiesta dove sia andata a finire la penna frizzante e ironica della Gazzola, che ho conosciuto molti anni fa grazie all'Allieva.
Sì perchè io leggevo la Gazzola quando pochi se la filavano prima del successo e della fiction e di tutto il resto e nonostante le aspettative fossero alte questo testo non mi ha convinto.
Voglio credere che sia ancora una bozza, che per esigenze di tempo non abbia maggiormente sviluppato questa storia; che per qualche motivo a me sconosciuto, dovesse consegnare a tutti i costi qualcosa al suo editore.
Trovo che la Gazzola sia più incisiva e più convincente quando rimane nella sua professione, nella confort zone della medicina legale, dove è molto esperta e competente e dove avevo trovato un'autrice contemporanea da tenere d'occhio.
Con questo libro mi sono fortemente ricreduta sul suo conto, Lena e la sua storia drammatica non hanno avuto nessun effetto su di me, questa storia non mi coinvolto, non mi ha emozionato e non mi ha fatto riflettere. Non è tanto il personaggio di Lena ma è la scelta dell'autrice di trattare un tema cosi delicato, in maniera così leggera, senza un approfondimento, un risvolto psicologico, non ci ha lasciato un messaggio tra le righe.
Peccato perché l'ambientazione era da sogno e mi sono immaginata l'isola dove vive Lena.
Ringrazio le compagne del gruppo di lettura che per la maggior parte hanno apprezzato questo libro che per me è stata una mezza delusione.
***
Trama:
Ognuno di noi ha dei segreti. Solo uno è inconfessabile.
Si dice che ciascuno di noi, nel corso della propria vita, accumuli in media tredici segreti. Di questi, cinque sono davvero inconfessabili. Lena ne ha soltanto uno, ma si fa sentire dentro come se ne valesse mille. E per quanto si sforzi di dimenticarlo, è inevitabile per lei ripensarci mentre dal traghetto scorge l’isola di Levura, meta del suo viaggio. Levura, frastagliata e selvaggia, dove ha passato le estati indimenticabili della sua giovinezza. Dove non ha più rimesso piede da quando aveva quindici anni. Da quando ogni cosa è cambiata. Ora suo padre le ha regalato la casa di famiglia e lei ha deciso di affittarla per dare una svolta alla sua esistenza. Perché si sente alla deriva, come una barca persa tra le onde. Perché il suo lavoro di illustratrice, che ama, è ad un vicolo cieco. Lena non sarebbe mai voluta tornare a Levura, non sarebbe mai voluta tornare tra quelle mura. Ma è l’unica possibilità che ha. Mentre apre le finestre arrugginite e il vento che sa di mare fa muovere le tende, i momenti dell’ultima vacanza trascorsa lì riaffiorano piano piano: le chiacchierate, gli schizzi d’acqua sul viso, le passeggiate sulla spiaggia. E insieme il ricordo di quel giorno impresso a fuoco nella sua mente. Il suo progetto è quello di stare a Levura il tempo di trovare degli affittuari per poi ricominciare altrove tutto quello che c’è da ricominciare. Eppure nulla va come aveva immaginato. Lena non sa che quella stagione che abbronza il suo viso chiaro e delicato sarà per lei molto di più. Ancora non sa che l’isola sarà luogo di incontri inaspettati come quello con Tommaso, giovane medico che dietro un’apparente sicurezza nasconde delle ombre. Giorno dopo giorno Lena scopre che la verità ha mille sfumature. Che niente è davvero inconfessabile. Perché spesso la colpa cela solo una profonda fragilità.
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