era da moltissimo tempo che volevo leggere "L'angelo di Monaco" di Fabiano Massimi edito da Longanesi e pochi giorni fa ho deciso che era arrivato il momento giusto per farlo.
Recensione
Siamo di fronte ad una crime story ambientata nel 1931 e il prologo del romanzo ci svela che una ragazza sta morendo, lei è Angelika o Angela Raubal, detta Geli, nipote di Hitler.
L'indagine sulla morte di Geli è al centro del romanzo, inizialmente tutti gli elementi fanno pensare che la giovane si sia tolta la vita, ma per Sauer e Forster, i due commissari che indagano sul caso, le cose sembrano essere andate diversamente.
"La storia non la scrive chi vince, avrebbe dovuto dirgli, ma chi sopravvive.
Anche gli sconfitti, prima o poi, trovano voce."
Inizia così per i due, la ricerca della verità che non sarà facile da scoprire, tra strani suicidi, testimoni che non parlano, la mancata autopsia e vari depistaggi delle indagini; i due metteranno a repentaglio la loro stessa vita pur di risolvere il caso.
"«Vai a casa. E guai a te se vengo a sapere che continui a indagare sul caso Raubal. Lascia che i morti riposino in pace.»"
Inizialmente Sauer e Forster avrebbero dovuto, in sole otto ore, trovare le prove e dare una spiegazione del motivo per cui Geli si sia uccisa, ma non riuscendoci il caso viene subito archiviato per poi essere riaperto. C'è sicuramente qualcosa di strano sotto, qualche verità scomoda che non doveva venire alla luce.
Il romanzo parte da un fatto realmente accaduto la morte di Geli, che non sembra essere solamente la nipote di Hitler, ma alcune voci la darebbero come la fidanzata/amante dell'allora leader del partito nazionalsocialista dei lavoratori.
L'amore dello zio per Angela era sicuramente particolare, molto possessivo, non potremmo mai sapere cosa sia successo veramente, se Geli si sia suicida, per la paura di superare un provino di canto lirico; oppure sia stata eliminata, perché era una persona scomoda per la futura ascesa politica di Hitler.
Personalmente trovo, che la motivazione che è stata data per il suicidio, sia alquanto debole.
Fabiano Massimi si destreggia in questo crime storico tra realtà e finzione e lo fa molto bene per quasi tutta la durata del romanzo, forse meno nella parte finale dove la parte storica, lascia il posto ad ad una conclusione un po' troppo romanzata.
Nella prima parte ho trovato la narrazione un po' statica, quasi come se i personaggi continuassero a girare attorno ad un cerchio, ma non trovassero una via d'uscita per procedere con l'indagine.
Dopo aver superato queste prime cento pagine, la storia mi ha coinvolto moltissimo e ho trovato che la vicenda sia stata sempre più coinvolgente e incalzante; volevo capire cosa fosse successo a Geli, o meglio quale soluzione l'autore avesse pensato per la morte di Angela, visto è rimasto un caso tuttora irrisolto.
"Forse, si disse, il destino non esiste tutti i giorni, ma in alcuni sì.E questo è ciò che sto vivendo ora.Questa è la mia occasione."
Lo stile di Fabiano è sicuramente molto curato, ho trovato che abbia fatto un'ottima ricostruzione storica, è un libro che si legge velocemente nonostante sia comunque un romanzo storico di quasi cinquecento pagine. Ho trovato che i capitoli brevi e l'utilizzo alla fine di questi, dei cliffhanger, che io personalmente adoro, abbia aumentato la tensione e la curiosità del lettore nel proseguire la lettura.
Credo che parlare di Geli e mettere in luce questo fatto storico, sia stata un'idea vincente, questo libro è sicuramente un modo per ricordarla, forse non sapremo mai la verità sulla notte del 18 settembre del 1931, ma almeno l'autore le ha dato una sorta di rivincita.
Credo che oggi scrivere un romanzo storico inserendo anche degli elementi thriller sia molto difficile, credo lo sia proprio come genere letterario, molte sono le insidie che si va incontro, se l'autore non si documenta bene e non cura i dettagli storici, potrebbe incorrere in gravi errori di credibilità del libro stesso.
Nel nostro caso credo che l'autore sia riuscito, per almeno tre quarti del romanzo, a confondere perfettamente la realtà e la finzione narrativa, forse nella parte finale ci sono un po' troppi colpi di scena e intuiamo che la conclusione sia stata una libertà narrativa che l'autore si è concesso. Poco male, purtroppo di elementi e prove schiaccianti su quello che è successo veramente non ci sono e quindi Fabiano ha dato una sua conclusione alla storia.
Dobbiamo considerare anche che siamo di fronte a un libro d'esordio, un caso letterario a quanto posso leggere nella fascetta gialla del libro, che è in corso di traduzione in dieci paesi, quindi assolutamente mi sento di consigliare questo romanzo. La storia è interessante e poco conosciuta, il libro si legge velocemente perché si vuole scoprire cosa succederà alla fine, ai nostri commissari e cosa scopriranno su Geli.
Finalmente un buon libro nel panorama narrativo italiano.
Alla prossima Fabiano!
***
Trama:
Monaco, settembre 1931. Il commissario Sigfried Sauer è chiamato con urgenza in un appartamento signorile di Prinzregentenplatz, dove la ventiduenne Angela Raubal, detta Geli, è stata ritrovata senza vita nella sua stanza chiusa a chiave. Accanto al suo corpo esanime c’è una rivoltella: tutto fa pensare che si tratti di un suicidio.
Geli, però, non è una ragazza qualunque, e l’appartamento in cui viveva ed è morta, così come la rivoltella che ha sparato il colpo fatale, non appartengono a un uomo qualunque: il suo tutore legale è «zio Alf», noto al resto della Germania come Adolf Hitler, il politico più chiacchierato del momento, in parte anche proprio per quello strano rapporto con la nipote, fonte di indignazione e scandalo sia tra le file dei suoi nemici, sia tra i collaboratori più stretti. Sempre insieme, sempre beati e sorridenti in un’intimità a tratti adolescenziale, le dicerie sul loro conto erano persino aumentate dopo che la bella nipote si era trasferita nell’appartamento del tutore.
Sauer si trova da subito a indagare, stretto tra chi gli ordina di chiudere l’istruttoria entro poche ore e chi invece gli intima di andare a fondo del caso e scoprire la verità , qualsiasi essa sia. Hitler, accorso da Norimberga appena saputa la notizia, conferma di avere un alibi inattaccabile. Anche le deposizioni dei membri della servitù sono tutte perfettamente concordi. Eppure è proprio questa apparente incontrovertibilità dei fatti a far dubitare Sauer, il quale decide di approfondire. Le verità che scoprirà , così oscure da far vacillare ogni sua certezza professionale e personale, lo spingeranno a decisioni dal cui esito potrebbe dipendere il futuro stesso della democrazia in Germania…
Sullo sfondo di una Repubblica di Weimar moribonda, in cui si avvertono tutti i presagi della tragedia nazista, L’angelo di Monaco è un thriller in miracoloso equilibrio tra inoppugnabile realtà storica e avvincente finzione, un viaggio all’inseguimento di uno scampolo di verità in grado, forse, di restituire dignità alla prima, vera vittima della propaganda nazista: la giovane e innocente Geli Raubal.
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