oggi sul blog parliamo del libro "L'invenzione di noi due" di Matteo Bussola pubblicato da Einaudi editore.
Recensione:
L'invenzione di noi due è un libro ben scritto ma che purtroppo non riesce a coinvolgere il lettore.
Non si crea quell'empatia necessaria con i protagonisti della storia, Milo e Nadia, che regalano poche emozioni.
I temi sono un po' scontati e sicuramente già sentiti, già letti, nel corso del testo ci sono sicuramente moltissime citazioni sull'amore che potrebbero andare bene per un manuale ma non per un libro di narrativa.
Il protagonista si chiama Milo e ci racconta la sua storia d'amore con Nadia, sono sposati da 15 anni e alla soglia dei cinquant'anni d'età vivono una crisi di coppia molto forte, più delle precedenti che hanno avuto.
Quello che manca in questo matrimonio è il dialogo, mi sono chiesta perché Milo, per cercare di riconquistare Nadia, le abbia scritto fingendosi un altro uomo.
Perché non è andato a casa e l'ha affrontata?
E' stata la paura di perderla?
"E' triste, tragico persino, ma torniamo a occuparci delle cose quasi sempre quando sono finite."
Tra i due personaggi ci sono molte cose da risolvere, sia per quanto riguarda le loro aspirazioni personali sia per i loro progetti matrimoniali, su quello che vogliono fare nel loro futuro.
Milo vive di ricordi, dei momenti felici che lui e la moglie hanno trascorso assieme e dopo un po' questi continui capitoli che ci raccontano il passato, mi sono sembrati alquanti sdolcinati e stucchevoli.
Hai quarantasette anni e non venti perché non ci parli con tua moglie?
C'è un punto nel romanzo dove lui le fa trovare in frigo dei contenitori con dei piatti già pronti e lei non mangia nulla di quello che Milo le prepara e invece di chiederle come mai, fa passare un po' di tempo facendo mille ipotesi. Alla fine pensa che sia meglio affrontare la cosa. Capisco che Milo voglia prendersi cura della moglie e per lui questo semplice gesto di cucinare è un atto d'amore, ma agli occhi di Nadia potrebbe non essere visto come tale.
"Nadia ormai non mi amava più, ma sapeva che non mi avrebbe lasciato mai."
Milo è un personaggio che viene descritto come un uomo debole, senza coraggio, fragile e riservato mentre Nadia come una donna creativa, ma poco concreta; insegue il sogno di diventare scrittrice anche pesando sull'economia famigliare.
Credo che il raccontare la storia di una coppia normale, che vive una vita semplice e che nonostante i tanti problemi che hanno cerca di amarsi e di andare avanti, non sia sbagliata come idea, solo che la loro storia risulta da subito poco interessante e vuota.
Forse a me non è arrivato il messaggio che l'autore voleva trasmettere.
"Lo lessi una volta, da qualche parte: l'amore è un privilegio. Non è un elemento previsto dalla natura, ma un'invenzione umana."
Milo vuole capire cosa succede a Nadia, come mai loro non sono più la coppia di quindici anni fa, lui cerca anche di capire cosa ha sbagliato, cosa fare per rimediare, per migliorare le cose tra di loro, ma questo si traduce nella scelta di scriverle fingendosi un altro uomo.
Inoltre, il protagonista si perde in lunghe riflessioni con se stesso, su come mai sono arrivati a questo punto, su quello che sua moglie non gli ha mai detto e io continuavo a pensare che la cosa più brutta che possa capitare ad una coppia sia il silenzio, la mancanza di dialogo e di un confronto costruttivo.
Lo stile dell'autore è impeccabile, curato, con molte frasi ad effetto sull'amore che però a me non hanno lasciato nulla.
Come lettrice preferisco uno stile più semplice con una storia che mi sappia coinvolgere ed emozionare, rispetto a una scrittura più complessa e a una narrazione che non mi lascia nulla.
Mi sono chiesta quale sia lo scopo di questo libro? Il salvare un rapporto in crisi? Cercare di andare avanti ritrovando l'amore perduto di un tempo? Riaccendere la fiamma della passione? Oppure il cercare di resistere come coppia e non lasciarsi davanti agli ostacoli della vita?
Forse nessuno o magari tutti questi, io non l'ho capito.
Sicuramente l'autore crede molto nell'amore, che è un sentimento per lui indispensabile come lo è per Milo che non pensa a nessun altra se non alla moglie, che la trova bella anche nei suoi difetti e che nonostante tutto risposerebbe ancora.
Ma è giusto rimanere assieme non per amore, ma per paura di restare soli o per abitudine?
O forse il vero amore è anche lasciare andare l'altra persona, affinché possa trovare la sua felicità altrove? Che sia con un'altra persona oppure seguendo un proprio sogno?
Se Nadia non è felice della sua vita, se ha delle aspirazioni che Milo che non capisce, se il loro matrimonio non è più fatto d'amore ma di necessità , non è il caso di lasciarsi?
Credo di non riuscire a capire Bussola come autore, non riesco a trovare nelle sue storie un qualcosa che mi sappia emozionare, oppure come vissuto e come età , sono lontana dalla storia che ho letto in questo romanzo.
Resto dell'idea che a questo libro manchi qualcosa.
***
Trama:
«Cominciai a scrivere a mia moglie dopo che aveva del tutto smesso di amarmi». Così si apre questo romanzo, in cui Milo, sposato con Nadia da quindici anni, si è accorto che lei non lo desidera più: non lo guarda, non lo ascolta, non condivide quasi nulla di sé. Sembra essersi spenta. Come a volte capita nelle coppie, resta con lui per inerzia, per dipendenza, o per paura. Quanti si arrendono all'idea che il matrimonio non possa diventare che questo? Milo no, non si arrende. Continua ad amare perdutamente sua moglie, e non sopporta di non ritrovare più nei suoi occhi la ragazza che aveva conosciuto. Vorrebbe che fosse ancora innamorata, curiosa, vitale, semplicemente perché lei se lo merita. Ecco perché un giorno le scrive fingendosi un altro. Inaspettatamente, lei gli risponde, dando inizio a una corrispondenza segreta. In quelle lettere, sempre più fitte e intense, entrambi si rivelano come mai prima. Pian piano Milo vede Nadia riaccendersi, ed è felice, ma anche geloso. Capisce di essere in trappola. Come può salvarsi, se si è trasformato nel suo stesso avversario? Matteo Bussola racconta un amore. Forte, sciupato, ambiguo, indispensabile. Come ogni relazione capace di cambiarci la vita.
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