spero che stiate tutti bene, io tiro avanti come voi e in questo periodo mi sto proprio dedicando alla lettura di alcuni thriller che sonno presenti nella mia libreria già da un po' di tempo.
Dopo "Non dirmi bugie" che vi ho recensito a metà marzo (per la recensione cliccate qui), ora tocca a "La verità di Amelia" di Kimberly McCreight pubblicato dalla casa editrice Nord.
Ecco cosa ne penso.
Recensione
Questo libro si presenta sotto forma di thriller anche se in realtà non lo è completamente, ho trovato alcuni difetti ecco perché il mio voto è solamente più che sufficiente.
Kate è una madre single che lavora in uno studio legale e ha una figlia di nome Amelia di 15 anni.
La protagonista crede di conoscere bene la figlia, nonostante gli orari di lavoro pesanti le portino via molto tempo.
Amelia è una studentessa modello e non ha mai dato preoccupazioni alla madre, anche se il periodo dell'adolescenza che sta vivendo non è sicuramente facile da affrontare.
"Nonostante gli orari di lavoro massacranti, Kate conosceva sua figlia. La conosceva bene. Doveva esserci un errore."
Il 24 ottobre, Kate, riceve una chiamata inaspettata, deve andare subito a prendere Amelia a scuola, è stata sospesa per aver copiato un compito.
La donna è incredula e continua a ripetere che sua figlia non può aver fatto una cosa del genere e non capisce cosa possa essere successo.
La protagonista dopo più di un'ora di ritardo, riesce ad arrivare alla scuola di Amelia ma qualcosa non va e poco dopo, le dicono che sua figlia si è suicidata buttandosi dal tetto.
Kate non può credere che stiamo succedendo, proprio a lei, una cosa del genere e passa le sue giornate piangendo, vomitando e dandosi la colpa per questo evento terribile.
La sua vita è finita, per quindici anni erano state solo loro due e ora cosa le rimane?
E' sola, non ha amici e l'unica cosa che ha è il suo lavoro e solo un mese dopo dall'accaduto, decide di uscire per andare in ufficio, ormai non ne può più di restare in quella casa che le ricorda tutto della figlia.
"In tutta la sua vita, Amelia non si era mia cacciata nei guai. Tutti i suoi insegnanti la consideravano un'ottima studentessa, brillante, creativa, riflessiva e determinata."
Kate non ha mai sospettato che le cose non siano andate come le hanno raccontato, ma l'arrivo di un sms da un numero sconosciuto, le farà nascere dei dubbi; il testo del messaggio dice che Amelia non si era suicidata.
E Kate farà di tutto per capire cosa è successo veramente, farà riaprire il caso e indagherà nella vita della figlia per capire cosa nascondeva Amelia.
"Nove giorni. Nove giorni per venire a sapere che sua figlia, la sua migliore amica, la bambina con cui aveva condiviso tutto, era in realtà una perfetta sconosciuta. Una persona che nascondeva dentro di sé un dolore così grande da spingerla a compiere un gesto estremo. E lei, sua madre, non si era accorta di nulla."
L'autrice struttura la narrazione alternando due punti di vista: quello di Kate e quello della figlia Amelia prima del suicidio. In realtà ci sono anche dei capitoli dove vengono riportati alcuni post del blog Gracefully, dove si parla dei studenti della scuola, gli scambi di sms tra Amelia e un suo amico Ben e Kate quando scoprì di essere incinta nel 1997.
L'inserimento delle date nel testo aiuta moltissimo a capire i vari sbalzi temporale e ad inquadrare la scena che stiamo leggendo.
Diciamo che capiamo fin dall'inizio che la storia del suicidio non quadra molto, anche se fino alla fine non possiamo dire se Amelia lo abbia fatto davvero oppure no.
Difficile credere che la verità sia da ricercare al di fuori della sfera scolastica o delle amicizie della giovane, l'autrice ce lo fa capire sin da subito.
Lo stile è sicuramente molto scorrevole e mai noioso, ci aiuta parecchio a continuare a lettura e a scoprire cosa sia successo.
Kate è una donna indipendente, che ha cresciuto da sola sua figlia e che lavora non perché ne abbia bisogno ma perché ama la sua professione di avvocato.
Cerca di non trascurare Amelia, ma sicuramente tra di loro nell'ultimo periodo c'è stato poco dialogo e la ragazza non ha potuto dire tutto quello che la turbava alla madre.
Non mi sento di giudicare Kate, in fondo il lettore non le dà mai la colpa di quello che è successo.
Quello che mi dispiace è il fatto che l'autrice durante la narrazione ci sveli una serie di piccoli dettagli che uniti assieme ci portano ad intuire cosa sia accaduto veramente.
Mancano sicuramente una serie di colpi di scena "ad effetto wow" che io non ho trovato e che invece mi aspettavo.
Kate è una donna che ha sofferto fin dall'infanzia, è cresciuta con due genitori che non dimostravano il loro affetto nei suoi confronti e ha anche pochissimi amici con cui confrontarsi, forse quasi nessuno.
Probabilmente non riusciamo ad entrare in sintonia con lei, perché c'è sempre una sorta di muro che non ce la fa conoscere del tutto.
Nonostante alcuni difetti, mi sento di consigliare questo libro perché lo ritengo un thriller interessante ma che poteva dare sicuramente di più ed essere costruito in maniera più complessa.
Sicuramente il tema trattato è molto delicato e forse per alcune persone, la lettura potrebbe risultare difficile.
Io ho finito, vi saluto e ci vediamo alla prossima recensione!
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