Cari lettori,
oggi parliamo del secondo libro di Ilaria Tuti, "Ninfa dormiente".
Recensione:
Un dipinto, la "NInfa dormiente" è il legame che intreccia la narrazione della storia, quest' opera è stata realizzata con il sangue intinto nel cuore delle donna ritratta.
Il pittore che ha creato questo ritratto è Alessio Andrian, artista che ha terminato la sua carriera proprio con quest'opera.
Per anni il dipinto è rimasto nella soffitta della casa della sua famiglia, è il nipote che lo ritrova.
Alessio però non può dire nulla perchè dal 20 aprile del 1945 non parla più e non è capace di intendere e di volere e la verità rimane chiusa nel silenzio in cui lui vive da anni.
E' un caso molto spinoso e di prove non ce ne sono poi molte, l'unica persona che potrebbe aiutare Teresa non può collaborare e dietro a questo quadro si dipana una storia che intreccia la vita di molte persone e che richiama dei segreti che sono rimasti celati per anni.
In contrapposizione al caso da risolvere, sia Teresa che il suo collaboratore Massimo devono affrontare i loro problemi personali.
Il commissario Battaglia sta combattendo contro la sua malattia degenerativa che la sta piano a piano spegnendo, sempre di più ogni giorno che passa. La donna porta con sé un taccuino dove si annota tutto quello che le può essere utile sia per il lavoro che per la vita privata.
La sua malattia nel primo libro non aveva interferito con le indagini ma in questo caso le cose saranno diverse e questo segreto la metterà in pericolo.
Massimo, invece, deve fare i conti con il suo passato che sta distruggendo la sua vita e ora che la sua ex fidanzata è incinta deve prendere una decisione. Il ragazzo deve capire cosa fare, andare avanti e lasciarsi alle spalle tutto e ricominciare, oppure vivere ancora nel suo dolore e chiudersi all'amore e alla possibilità di costruirsi una famiglia.
"Un cambio di rotta con cui aveva creduto-sperato. di ritrovare la pace, un modo di ricominciare. In realtà aveva trovato molto di più, ma la pace era rimasta una chimera vomitante fiamme, che lo bruciava non appena provava ad avvicinarsi."
Devo ammettere che lo stile di Ilaria Tuti è sempre coinvolgente e molto appassionante, però a dispetto di altre recensioni che ho letto, ho preferito il primo libro. Per un semplice motivo, "Fiori sopra l'inferno" l'ho divorato, è un romanzo puro, spontaneo, scorrevole e molto accattivante mentre questo secondo lavoro mi è sembrato più lento e i capitoli sono più lunghi. In questa storia l'autrice, ha voluto soffermarsi su degli aspetti non legati alla trama e quindi che fanno risultare la narrazione meno veloce.
C'è sicuramente più approfondimento sui personaggi principali di Teresa e di Massimo, mentre ho trovato che la new entry Bianca sia ancora tutta da scoprire.
Sono stata molto contenta di aver voluto intraprendere questa serie dedicata alle indagini di Teresa Battaglia, sicuramente se uscirà un nuovo capitolo ci farò un pensierino, sperando che il livello rimanga lo stesso.
Quello che vi posso consigliare se vi incuriosiscono le trame dei libri di Ilaria Tuti, di provare a leggerli magari non consecutivamente e di provare ad entrare nel mondo di Teresa Battaglia, un commissario fuori dal comune ma con un'esperienza e un talento che la rendono una dei personaggi letterari più interessanti degli ultimi anni.
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Trama:
Li chiamano «cold case», e sono gli unici di cui posso occuparmi, ormai. Casi freddi, come il vento che spira tra queste valli, come il ghiaccio che lambisce le cime delle montagne. Violenze sepolte dal tempo e che d’improvviso riaffiorano, con la crudele perentorietà di un enigma. Ma ciò che ho di fronte è qualcosa di più cupo e più complicato di quanto mi aspettavo. Il male ha tracciato un disegno e a me non resta che analizzarlo minuziosamente e seguire le tracce, nelle valli più profonde, nel folto del bosco che rinasce a primavera. Dovrò arrivare fin dove gli indizi mi porteranno. E fin dove le forze della mia mente mi sorreggeranno. Mi chiamo Teresa Battaglia e sono un commissario di polizia specializzato in profiling. Ogni giorno cammino sopra l’inferno, ogni giorno l’inferno mi abita e mi divora. Perché c’è qualcosa che, poco a poco, mi sta consumando come fuoco. Il mio lavoro, la mia squadra, sono tutto per me. Perderli sarebbe come se mi venisse strappato il cuore dal petto. Eppure, questa potrebbe essere l’ultima indagine che svolgerò. E, per la prima volta nella mia vita, ho paura di non poter salvare nessuno, nemmeno me stessa.
Dopo Fiori sopra l’inferno – l’esordio italiano del 2018 più amato dai lettori – torna la straordinaria Teresa Battaglia: un carattere fiero e indomito, a tratti brusco, sempre compassionevole. Torna l’ambientazione piena di suggestioni, una natura fatta di boschi e cime montuose, di valli isolate e di bellezze insospettabili. Tornano soprattutto il talento, l’immaginazione e la scrittura piena di grazia di una grande autrice.
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