Recensione:
Il libro venne pubblicato nel 1851 in forma anonima, su una
rivista dedicata alle classi emergenti, ma che puntava soprattutto alle
lettrici che venivano aggiornate sulle novità della moda del tempo.
Frank Harrison è il protagonista del romanzo, è un medico e
per l’epoca questa era una professione che rappresentava una novità e come
tutte le cose che non si conoscevano e che rappresentavano un cambiamento, non
venivano ben viste.
C’erano delle riserve nei confronti di questo mestiere che
rappresentava la nuova borghesia, un lavoro inedito che spaventava e
affascinava allo stesso tempo.
Il testo inizia con il fratello di Frank, Charles, che
chiede al protagonista di raccontargli come è riuscito a corteggiare e a sposare la moglie e da qui
inizia un racconto che ci porta a scoprire come ha conosciuto la donna.
Frank si era trasferito a Duncombe, una piccola cittadina
inglese, per diventare socio di Mr
Morgan, medico del paese e cugino del padre.
L’uomo ha deciso di lasciare gradualmente la sua professione
e cedere il suo posto a Frank, così inizia la conoscenza per Harrison di tutti
gli abitanti del paese.
Mr Morgan è molto critico nei confronti del giovane medico,
non apprezza molto il suo modo di
vestire e lo critica cercando di fargli capire che è importante fare una buona
impressione.
“[…]mi aveva fato delle tali prediche circa importanza di coltivare le buone impressione della gente[…]”
E così l’uomo semplice e umile di Frank, si dovrà
trasformare in un perfetto gentiluomo che oltre ad aiutare le persone, deve
anche rendere onore al lavoro che svolge.
Duncombe è una cittadina molto tradizionalista e così anche
i suoi abitanti, ma Frank suo malgrado, dovrà abituarsi a rimanere
impigliato in una serie di intrecci amorosi, equivoci, mezze parole mal
interpretate e anche ad essere al centro di un quadrilatero amoroso.
Tre donne si contendono il cuore del bel medico ma solamente
una quarta persona ha fatto breccia in Frank.
Il racconto è molto realistico, nella cittadina non c’è solo
spazio per le trame amorose o i capricci delle donne del piccolo borgo, ma ci
sono anche dei momenti di dolore, di lutto e di lacrime.
In questo Elizabeth punta molto l’attenzione del lettore su
temi così forti e reali, ma che compongono in maniera viva e veritiera il
quadro della persone che vivono a Duncombe.
L’autrice lascia anche spazio per l’ironia e il
pettegolezzo, che stuzzica il lettore e lo incuriosisce nel seguire tutte le
macchinazioni, più o meno inventate, dei personaggi che ruotano intorno a
Frank.
“Non potevo fare a meno di interessarmi a lei; e più pensavo a quant’era buona, e dolce, e bella, più sentivo che meritava molto di meglio di quanto io potessi offrirle. […]”
Non entro nei dettagli delle trame amorose perché voglio
lasciarvi scoprire chi conquisterà il cuore di Harrison.
“Tutto andava così bene che anziché camminare, volavo.”
“Ero così felice per i rossori di *** da comportarmi con benevolenza con tutti, e da desiderare di portare a benefico a chiunque.”
Ho apprezzato anche i molti dettagli sulla professione
medica, la voglia di Frank di utilizzare nuove medicine all'avanguardia e
anche ad un certo punto di imporsi nei confronti di Mr Morgan.
La Gaskell sceglie un medico come protagonista, forse
ispirata dall’esperienza diretta che lei ha avuto da bambina, accompagnando lo
zio medico Peter Holland nei suoi lunghi giri per visitare i pazienti di
Knutsford.
In una città come Duncombe ci si può aspettare di tutto,
gesti o parole che vengono fraintese e mal interpretate in un turbinio di
emozioni e di pura gioia che il lettore ne è completamente conquistato.
“Questo è un aspetto affascinante delle piccole cittadine: tutti sono simpateticamente uniti a condividere le stesse vicende.”
Così che le non verità e i pettegolezzi arrivano alle
orecchie di tutti e quindi le persone che ne rimangono coinvolte, loro malgrado,
si ritrovano a farsi un’opinione sbagliata nei confronti di Frank.
Un racconto che mi ha appassionato e che mi ha sorpresa, come del resto continua a
sorprendermi quest’autrice che fino a pochi anni fa era rimasta nell’ombra, almeno
qui da noi.
Dopo questo libro è stato pubblicato “Cranford”(1851-53) che
mi riprometto di leggere, infatti alcuni personaggi di questo testo vengono
ripresi dall’autrice nel romanzo successivo.
Tra tutti gli abitanti di Duncombe che mi hanno colpito di più cito: Mrs Rose, la
vedova che ospita Frank da quando inizia a lavorare nella cittadina e Mrs
Horsman, la pettegola del villaggio.
Una traduzione molto attenta e approfondita, come anche
l’introduzione, che è riuscita a inquadrare il contesto storico del romanzo e
rendere la storia molto scorrevole.
Un romanzo che stupisce e fa riflettere e per quanto
riguarda me, mi ha disintossicato dal mondo esterno e mi ha fatto dimenticare
per un momento la vita di oggi piena di social e di nulla facenti che si improvvisano “influencer”.
Per fortuna ci sono i classici e ancora una volta la Gaskell
mi ha affascinato, mi ha portato con sé in una storia scritta quasi 200 anni fa
ma che a me, è sembrata molto attuale.
Un racconto vivo e pieno di gioie, d’ironia e anche di dolore
ma che ci porta a conoscere quanto le persone si facciano influenzare da quello
che pensano e che dicono gli altri.
Un testo da leggere e custodire gelosamente nella propria
libreria.
Trama:
Le confessioni di Mr Harrison è un romanzo pubblicato a puntate sul mensile «The Ladies’ Companion» tra il febbraio e l’aprile del 1851.
Durante una pigra sera d’inverno, William Harrison e il suo caro fratello, appena rientrato da un lungo viaggio a Ceylon, chiacchierano spensieratamente davanti al fuoco crepitante del caminetto in pietra. Charles è scapolo e chiede a William, medico affermato e padre di famiglia, di dispensargli qualche consiglio su come conquistare una donna. Così Mr Harrison inizia a rievocare la sua giovinezza da apprendista medico in un villaggio dell’Inghilterra rurale. Al resoconto delle difficoltà e alle soddisfazioni della sua professione fa da cornice un vivido ritratto della borghesia di provincia, le cui trame – come spesso accade nei romanzi gaskelliani – vedono le donne quali instancabili tessitrici e interpreti. Il giovane si troverà al centro dei loro interessi amorosi, invischiato in una trama di pettegolezzi e ambiguità.
Utilizzando la tecnica del dialogo continuo, servendosi di un inner narrator, ovvero la voce di William Harrison, Elizabeth Gaskell, con inedita ironia, unisce qui la commedia degli equivoci alla critica sociale, e racconta con estremo realismo la vita di provincia e i progressi della medicina nella prima metà dell’Ottocento.
Introduzione e cura di Michela Marroni
Traduzione di Salvatore Asaro e Mara Barbuni
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