oggi vi parlo della trilogia “Omnia vincit Amor”,che è composta per l’appunto da tre libri: La figlia di Roma, Soldato d’onore e La Signora delle rose.
Il ciclo di romanzi è ambientato nella Roma antica e più precisamente, agli albori dell’Impero durante la lotta di potere che ha visto protagonisti Ottaviano Cesare e Marco Antonio. Le vicende narrate vertono sulla storia di una famiglia patrizia in particolare, quella dei Giuni.
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Trama:
Roma, 32 a.C. Charis Giunia Minore è l'ultimogenita tra i figli di Gaio Giunio Viridio, senatore della Repubblica. Il suo destino, come quello di ogni rispettabile matrona romana, sembra già scritto: ad aspettarla un matrimonio rispettoso e senza amore in grado di recare lustro alla sua nobile stirpe.
Tiberio Cassio Crispo è un giovane soldato, intrigante e senza scrupoli, determinato a utilizzare qualsiasi mezzo per arrivare ai propri scopi.
Le loro famiglie si odiano, eppure uno scottante segreto, celato tra gli anfratti del tempo, le spingerà a stringere un patto solenne.
Alla vigilia dello scontro che vedrà contrapposti Cesare Ottaviano e Marco Antonio per il dominio dell'Impero, Charis si troverà inevitabilmente divisa tra sentimento e razionalità, tra passione e ragionevolezza. Il percorso che Charis dovrà intraprendere la muterà da fanciulla fragile e ingenua in eroina coraggiosa e consapevole, ma quale prezzo esigerà la felicità?
Primo romanzo di una trilogia che vi condurrà tra i segreti di una Repubblica sul viale del tramonto, tra intrighi, misteri e passioni brucianti…
ESTRATTO:
"Si scoprì codarda, poiché non riusciva a trovare il coraggio di alzare lo sguardo su quello che sarebbe diventato suo marito. Poi, in un moto che avrebbe definito più d'orgoglio che di prontezza di spirito, sollevò il mento, indagando con gli occhi Tiberio Cassio Crispo. Le sue labbra piene si socchiusero appena, notando la sua figura robusta e nerboruta stagliarsi alta tra quelle dei suoi compagni. La sua carnagione era olivastra e luminosa e i capelli scuri gli ricadevano sulla fronte in folti ricci. Furono le sue iridi blu a trafiggerla come lame affilate, impedendole di fare un altro passo. Quelli erano gli occhi di Marte, il dio della guerra, pensò impaurita."
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